Una linea di lunghe frasche
segnava il confine tra Essere e Tempo.
Bottiglie di Negroamaro
brunivano la notte.
Usciti dal bistrot
portammo i pensieri all’altezza del Paradiso.
Presero forma i catafalchi di Dio,
e i tumulti dell’anima.
C’era la musica di Berio e di Henz Hollinger
sul palcoscenico.
Pensammo a Brecht
e alle nostre vie di smarrimento.
Ci sono buone notizie, Madame Grillet,
se ci fermiamo a Parigi a Le Grand Motel.
In viaggio per Berlino, senza la Ddr e la Stasi,
facciamo un selfie con il cartello Zollamt Nickelsdorf.
Ovunque ci muoviamo ci sono una promessa
e un giro di vento sopra i tetti.
Lungo la Friedrichstrasse, i viaggiatori leggevano il Capitale
con Marx dai capelli bianchi in copertina.
Al Palazzetto dello Sport
nessuno è come Jesse Owens.
Mi distraggono le turiste
in mezzo all’acqua alta di Venezia.
Questa notte
è passato il gregge nella mente.
La nuova arteria
è un materassino di oblio e di fantasmi.
Marlene mi calma solo con il Roipnol.
Nemmeno se fossi qui, Evelyn,
saprei scrivere la tua biografia
su pellicola Kodak, in bianco e nero.