1 Le signorine del Banco dei Pegni avevano da fare con l’Anti-Age. Domenica, ridurremo Guernica nella misura di 50x70 attivando i film cult nel backstage. Susanna Clarke lasciò schizzi di fantasia con Piranesi nella forma storytelling. Con un account on line riuscimmo a trovare la strada a nonno Vincent illuminandogli la notte. Non ci sono proposte avantgarde dopo la fine di Baldus. Riprendiamo a leggere le lettere di Rilke a Magda von Hattingberg per capire l’oscillazione del confidenziale. Il violinista di Jacrek Kaspszyk ha accompagnato Wagner con due sole note come l’universo col Big Bang. Erik ha spedito i fondamenti dell’Essere a Klutz Nabof, Editor, Klostermann Frankfurt a. M. come linguaggio e tempo finale. Ciò che accade ora dipende da dove viene l’Abgrund? Non a caso La bella Elena si presentò a Offenbach à la Vie Parisienne. 2 Il libro aveva eccipienti verbali per un cocktail frappè. Il giorno in cui Kerry si avventurò nell’ermeneutica dimenticò Lévi Strauss e Marx. In area anglosassone recuperammo i lessemi blockchain developer. Tutto questo per suggerire a Molly di non sfogliare il vocabolario per cercare l’origine di culture europee. Essendo chiusa la pinacoteca ci fu con Antebellum la mostra degli orrori del sottoproletariato in USA. C’è una pandemia in giro che vuole aiutare la Morte nel suo lungo cammino per il Mondo. Siamo di nuovo a parlare di thriller e di stagisti nel cercare i quadri falsi di Monet. Beson si agganciò a Les Fleurs du Mal per non essere metafisico come Padre Bernard. Il papillon nero di Mister O’Briam era per ricordare Fukushima. La notte in cui scomparve il passero solitario tornò l’effetto buio con le Centurie. Dura ancora il Processo a Josef Kafka. Nicol Bouvet è pessimista. Jakobson ha messo in solitudine i temi dichiarativi e metafisici assieme ad Alexandre Radichtchev e Bertolt Brecht con i versi Kalashnikov. Questa sera, se credi, ci fermeremo al Caffè Zaire e avremo modo di contattare Antonin Artaud con i suoi versi in Le Livre à venir. 3 L’ostrabismo Cara era quanto di più amasse Cesare Viviani, tra plurisensi verbali del 63 in una stagione di fuoriusciti dai parcheggi ausiliari sebbene facesse da guida una rondinella dal cielo che non trovava un nido nel percorso se non un pince-sans-rire di balbettio psicogeno. Un giorno ce ne andremo girando la manopola di un’altra radio. Ti ritrovi, ai confini della realtà, a immaginare l’androide come il nuovo ceppo organico con Cindi Mayweather. Natale se n’è andato spegnendo le luminarie e gli abeti senza primavere. Altri sub-plots li racconteremo fino a Carnevale. Oggi resteremo con gli avanzi nella dispensa senza cablogrammi e storytelling. Krus ha concluso l’epistolario con il titolo: Off Limits. Due, tre, quattro mesi, forse anche un anno per cambiare la sinapsi. Se vai al super game controlla il fornello, gli OROGEL nel frigo, se entra nelle stanze il profumo del barbecue del Signor Elliott. Sing Tao Thing ci ha mandato 10 haiku, brevi come le nostre ore. Seguiamo Molly con il suo vestito stagionale. Non è molto, ma aiuta a superare i giorni della Memoria. 4 Una sartoria di pensieri come una sfilata Top Model con giacca over di lana e pantaloncini microcheck. Dory ha creato un whisky green in botti di rovere. Da anni Thomas le regala crème Caudalie per un sorriso senza rughe. Usciti da Sachsenhausen trovammo le cose migliori con Songs From The Kitchen. Sherpard ha un PDF di prose brevi dopo il lockdown. Cara Ilenia, l’Acquario ha in serbo storie mitteleuropee che non hanno nulla a che vedere con L’uomo a una dimensione. A volte ci sono esercizi nella mente in sintonia con le aritmie. C’è ancora chi si rifà al mercatino della domenica dove non mancano i cartelloni per Berlin – Friedrichstrasse. Qualcuno cerca libri a prezzi bassi anche se non ci sono Burns e Hayden. Ci ha aiutati La Commissaria di Aleksandr Askoldov, film eretico e senza svolta. Ora lo sai. È un bene plastificare tutto anche i Re Magi lasciati nel cassonetto. 5 La domenica evitiamo i gatti neri per le strade, le profezie di Madame Cury. Un fischio di pipistrello si abbatté sui tetti come un colpo di Winchester andato a vuoto. Chiedemmo alla wine maker se oltre al Dom Perignon avesse anche il rosato Gran Cuvèe. -Tutto quello che posso darvi- disse, -è il prosecco Franciacorta e il brunello di Montalcino-. Le Blu Roses amavano l’extra brut e il pas dosé ogni volta che c’era un marketing. Clark si fece avanti sottobraccio alla Vergine di Norimberga. I versi di Nostra Signora di Walsinghan tornarono insieme a Lowell. Si sono aperte le frontiere. Kazin ha lasciato il Golfo di Guinea su una ONG. C’è in questi momenti di revival qualche ritorno di film cult. Deve essere successo qualcosa se hanno cancellato il Golden Boy. Porta la cinepresa, Muller! Qui è come la Fuga da New York di John Carpenter. Il mondo è pieno di Ghosts. Ti girano intorno, fai conto di essere un ghostwriter anche tu fuori rotta. Il Network con savoir-faire rifece le esperienze di vecchie generazioni. - Le nostre donne - disse William -più che in amore sanno versarci in tempi di distopia, le migliori bollicine -. La neve coprì le vette delle Dolomiti bloccando le funivie. Cambia pelle l’America. Pensavamo come Ginsberg, ma è rimasto solo l’Urlo in gola! 6 Eduard Hopper ha fatto en plein con dipinti e acquerelli nel Museum di New York. Un album di litanie riportò Nick Cave alla preghiera. L’unico modo per non rattristare Jones è aprirle l’armadio con le collezioni di Van Cleef & Arpels. Il tempo ti ruba la neve e il sorriso quando cadono le ballerine on ice. Amelia Giordani faceva ròsbif senza conoscere le newsletters di BioFood. 44 anni estetista e crioterapeuta, Daniela ha chiuso i negozi di rossetto sexy. Sui banconi di ESSELUNGA è difficile trovare l’Erboristeria cinese e i costumi tibetani. Roby, classe 1990, è diventato curatore d’archivi per Georgia Town. Tornano i tempi domestici, i minuetti di Mia Martini. Chi rifarà lo spartito a Moonlight Serenade? Povera Lilly! Ha scambiato Barbie per una modella Armani. Abraham Yehoshua ha fatto di Raskolnikov uno scriptorium di farfalle spirituali. Il futuro di George è già scritto in modalità blended. Leggendo il Dizionario Work ci sono neologismi sonori utili per le Coverstories. Mikalovic ha riposto nel bungalow i poeti di Ljubomudry senza OL’GA Sedakova. La morte è quella che più complica la vita ed è come l’acqua che scorre tra le mani. Il padre di Katrin non sa se le diapositive diventino gialle. Qualunque cosa faccia trova sempre la distanza tra Essere e Avere. Siamo buoni, Kravitz! Liberiamo Kafka da Il Processo. 7 La ragazza di Bahia aveva un plissè di rughe ricoperte con crema La Roche. Bésame mucho e non pensare ad altro disse Carreras dopo aver scattato le foto nel compleanno di Cariola. Merrill cercava un romanzo duecentesco tra gli stracciafogli del 2002. Cose d’altri tempi dissero i probiviri. Meglio scegliere il Sogno di Luca tra horror e avventura andando a bailar con le concite. Qualcuno si riprese il videogame in attesa di un Cocktail Nature Rosè. Abbiamo pensato di vendere la casa mettendo -Il Guardiano dei coccodrilli- di Katrine Engberg al primo piano degli scaffali. Sembra di entrare in una selva oscura senza i bookmakers e le Click Sisters. Tutti gli altri stavano nello studio di Henry Snowdem per il cambio di indirizzo e nudi fino all’osso. Se non cambierà il plafond, l’anno nuovo lascerà il segno ai droni e agli avatar. Qualche palinsesto trattava i punti chiave dei videogames. Domani, Annalisa farà la prima Comunione col vestito Les Copains. La cerimonia avrà un sommelier esperto di Cuvée. I vitigni maturano nelle Langhe senza l’etichetta Cesare Pavese. Raphael si è sentito con Prokof’ev chiedendo: cosa avrà voluto dire Mozart: -Così fan tutte? La mente ha squarci di ghiaccio. Il viaggio è dentro di noi, ma nessuno lo vede. Sabrina ha una nuova bibliografia di appunti fisiometrici come li voleva il designer. Sarà una sorpresa conoscere le strade interne con le zone del bivacco. Giriamo il mappamondo tenendo in mano acqua e terra. Nella Conferenza Stampa, Marc Lambert parlò di Davos e di Corporate Bond. 8 Il Circo O’Nill riaprì le tende con pochi acrobati e clown. Sandy seguiva le temperature per fare shopping. Tardavano ad arrivare le mele della Val di Non. Le discussioni con la cassiera riguardavano i McCain scaduti. C’è chi misura la pelle e chi pesa le ossa. Non importa se non incontra l’anima. Da tempo è emigrato il ragazzo di borgata portandosi via i diari punk con temi su love. Riempire il bosco dei figli degli alberi è il sogno di Greta Thunberg. Nessy ama il Food Room e ciò che resta nella dispensa. Dora ha lasciato Liverpool. I biancospini non si sono più fatti vedere. Al primo quarto di luna uscirono i Ghostbusters con la setta di Nashville. -Cercate Grigorenko e l’anno che verrà-, gridò Cartier. Il futuro è digitale con scenari da inverno vintage. La verità è che un marxista come Karl Grünberg lo si trova solo negli archivi della Scuola di Francoforte. Da un file lasciato nel remainder c’erano appunti di vita schematizzati. Ci rincuorano le paillettes e le tazzine di Moka Express quando gira la meridiana sui tappeti d’organza. Le Coop esaltano le dark kitchen con l’ultima trance di risotto Covid. 9 Ti sei incantata al Pensiero magico di Joan Didion fino al Sommario. John ha idee chiare sul report day anche se arrivano civette e serpenti boa. Bulldozer cingolati aprono la terra e ne fanno una biblioteca di short stories. Per quanto a lungo possa rimanere in sala di attesa la signorina Kiss è sempre pronta ed una foto fashion. Le proteste del Black Lives Matter hanno toccato l’insolvenza dell’Essere. In Edicola c’è Baudelaire con 46 pagine da: I fiori del Male con L’albatro e Inno alla Bellezza. Che se ne fa il Signore del fiotto di anatemi che sale ogni giorno ai suoi diletti Serafini? Ora tutto diventa più chiaro anche la condanna del Giudice Arnet e la Walkiria diretta da Jacek Kaspszyk. Rivisitiamo il post sulla Piccola suite in rosso maggiore di Ritsos, affiancando Mirella ad un altro restyling prima di seguire la nuova serie in TV su Yellowstone. 10 Lady O’Hara colleziona vinili, minibooks di centurie e video clips. Scrive da Pittsburgh: - verrò a dicembre per un week end a Ponte Vecchio -. - Se vuoi evitare l’incontro-, disse William a Lory, - devi pensare all’escamotage -. Abbiamo fatto un accordo con il Centro Commerciale MD. E poi ti ho fatto dei regali: una felpa collezione R.E.D. by EMP. D. e last things con gioielli e borse. Nella serie Libri d’Europa, Bunin è in vetta alle Classifiche con il Signore di San Francisco. A Villa Simont ci fu chi ricordò Casablanca. LORIS puntava su un cielo senza nuvole. BELIN, con gonna a vita Pennyblack, chiese: - non sei stata tu a dire: - domani è un altro giorno? All’Hotel Imperial c’era il trio Hampton dopo aver suonato How High the Moon. Come eravamo e come siamo è stato Lord Time. Logan accese il barbecue per i peones e i desaparecidos. Isotta Carlomagni ebbe un premio per aver ceduto i bitcoin ai bulldog. - Mi fido poco di questo mondo, - disse Ghost - neanche se c’è la pace in Vietnam. - Adler è un film apocalittico: un viaggio tra distese di ghiaccio e acqua alta a Venezia. Si è dissolto qualche tabù. La poesia è nel colore delle ombre. Un Hacker entrò nel Web. Più vicina all’Antico Testamento stava donna Rachele. Rifaccio la barca a vela dopo il colpo di grazia alla Terra. - Mission Impossible, - disse Castel aspettando White Christmas. Sonia è riuscita a frequentare le vicende di alto bordo A volte si sposta con la bike-top per fare un giro intorno al sole. In certe ore della notte qualcuno se ne va. Devo vederti Michelle. Parlarti ancora. Solo così saprò cos’è Ville Lumiére! 11 Lilian lasciò l’arcobaleno parlando di filosofia. Non c’erano Startup in Via del Corso a Milano ma show room senza lampade Led. La neve a Tolmezzo lasciò poco o nulla all’ipotermia. Abbiamo cambiato i vecchi stivali con i Blundstone. C’era un tight in vetrina come lo avrebbe voluto Robert per un New Deal senza Niemandsland. Due amici in più non fanno che aumentare gli Apostoli venuti a cena. Un profumo d’erbe aromatiche liberò la casa dai riti voodoo. La lettera da Londra non lasciava presagire paradisi artificiali. Un performer ci condusse a vedere La casa delle ombre e delle paratassi. Abbiamo cercato nei Bikkembergs i Proud Boys e i mercenari di Charlottesville. Fu così che trovammo Lettera a una Professoressa e le copie di Le Monde su Allah Akbar. 12 Questa sera il decoder metterà in scena Il coraggio di vivere. Bella corvina, il bosco è inanimato e tu sei il mio passerotto di giornata mentre cerchi L’Angelo Azzurro di Stemberg. Difficile trovare un concerto per violini e orchestra con il Te Deum nella chiesa di San Pietro. Lasciami Ketty con la notte di Halloween e il volo della Lufthansa. Negli scaffali della Giunti c’era L’ultima nave per Tangeri di Kevin Barry. Stai con me! Resisti in questo inverno di ragnatele. Ci sarà pure un riposo dopo il trekking. Hai mai visto qualcosa durare più dell’alba? Tiriamo a sorte questa vita che non lascia nulla con gli oroscopi e le tre carte. Lei, tanto magra e sottile come un rametto di baobab, diceva sempre: - quando mi porti sul Titanic? - 13 Inverno con Black Friday tra eventi a sorpresa e Marlene. Al Max Hotel c’era un’asta di cucine LUBE, un album di 50 Rockstar e una macchina da scrivere ERIKA come quella usata da Brecht in Madre Courage e i suoi figli. Nessuno sa quanti ricambi d’aria ci porterà la stagione. Lei senza ricami, con cappotto e guanti cashmere, si lasciò andare ai Sette Peccati Capitali. Ci fu un accordo sui found poems e il cut-up senza impasse. -Guten Morgen Mein Herr- -Guten Morgen-, disse Albert. Qui restiamo ad attendere il Die Welt con i capitoli a puntate su Birkenau. Condizione primaria per il Dichtung è il linguaggio ontogenetico. Non si confonda, Signorina Ellen, la tristezza è dentro e fuori casa. Non vorrà mica un’altra Genesi a quella che già conosce? Non importa ciò che dice Ruth, è un passerotto su Airways. Clara si portò dietro un disappunto per come se ne andò la giovinezza. La seconda volta che incontrammo Marianne aveva tra le mani uno chiffon. il ghostwriter di thriller si aggrappò alla plafoniera per non farla spegnere. Abbiamo una chance in Cyberpunk ed è lo stesso sound solo un po’ diverso. Howard Hughes girò il mondo in tre giorni meno di Lindbergh con lo Spirit of St. Louis e la mosca ballerina. “Ci siamo, darling, ci siamo baby... No, bebè, à Paris. Thanks – no, merci – Amica mia…ma come Ti chiami? …. Laggiù! Laggiù! è Le Bourget, bebè!” (1) Ti lamenti se rimani a casa. Non resterà una briciola dei tuoi ricordi: solo i vestiti outdoor stile Mountain Kaban per le feste che non verranno. n. 1. Il dente di Wells di Alberto Mario Moriconi. 14 Non ora. Chiudi le imposte. Porta Snoopy nel giardino. Dopo chiudi la porta, lascia qualche spiraglio di luce aspettando l’icona del passato. Mai avute le monetine d’argento per regalarle a Judy. 24 ore per finire le ultime gocce di Serenase. Jenny rinuncia a vedere Shining per la troppa neve negli occhi. Non ora. Ci sono giacche di Giovanni Raspini e profumo DIOR. Sopra e sotto l’albero i viaggiatori lasciano residui kitchen. Fra poco sarà Navidad, ci pensi? Dopo un lungo tira e molla tra i vivi e i morti non restano che le vibrazioni dell’Essere. Il Sito nato per la generazione di Millennium ha raggiunto il massimo del follower. Con la pioggia in arrivo ci rimettiamo la giacca di tela imbottita con chiusura a zip di Guess Footwear. Non ora. Fra poco sarà Navidad. Ogni drink ha una storia quando arriva San Silvestro e l’anno nuovo fa fatica a entrare. 15 Che vuoi che dica? Tutto è circoscritto, oscurato: il diario ritrovato di Saramago, le gomme Snowow per l’inverno, il salario minimo per comprare l’Apixaban. Oggi Zemeckis ha abbassato le tendine. Ama leggere il fumetto Iron Man. Andiamo per vie sconosciute facendo training fino al colle della Maddalena. Gli occhi hanno la memoria, si fissano come su un quadro di Magritte. Intanto c’è chi fa i bagagli e riconta i dollari nel caveau. Il teista Arnold cercava il Dio dell’Africa Nera e degli universi paralleli. Qualcuno scelse il deltaplano, il duello tra cani e gatti, e ogni fotogramma di Francis Coppola con il Padrino. Monnalisa aveva un CD con 10 consigli terapeutici per non svanire nei colori. Il giorno in cui lo sguardo si fece nero scegliemmo le puntate di Agatha Christie. Avresti dovuto vederlo il cilindro come il classico abat–jour nelle notti serene e senza vento. C’è un limbo che non vedi. Il minimo che possa fare è staccare la spina quando la Samsung va in tilt. Un impatto di crepe sui muri del tempo aveva bisogno di coperture sintetiche. Le mani che non furono tue accarezzarono la calvizie. Zia Molly pensava che non sarebbe più tornata dopo la fine di Willy. “Spazi senza fine terra cielo confusi. Tutto immobile non un alito. Facce bianche senza tracce occhio calmo. Testa ragionante nessun ricordo. Rovine sparse grigio cenere tutt’intorno vero rifugio Finalmente senza uscita,” (Beckett) 16 L’occhio segue le stanze nella casa Denise guarda le pareti senza quadri. Non trova l’indicibile. Le indico il sublime. Lo sguardo si fa taglio lunare sul polittico del Beato Angelico. Al Circolo Weidmann non c’erano quadri della Biennale, ma fantasie irreali. Una vita da Waste Land. Milly si mise al centro della sala dicendo: -danza con me-. Di sicuro passeremo il tempo nella Villa di Grazia Orsini agitando clessidre, passando da una scacchiera all’altra. Nella tenuta di campagna Hillary aprì un Hot Dream con camere di riposo freezer per i viaggiatori dell’aldilà. Si lamenta la sera per qualche lampada in meno. Il ricordo andò oltre i campi di Mauthausen. Ci vorrà del tempo per edificare la città dell’anima Rukmini, Dottore in Ayurveda, ha mandato gli auguri per Natale. -Ho pensato di ridurre i cioccolatini e i panettoni per le prossime feste-, disse la badante. Meglio i cannoli siciliani a 2 euro, il Montepulciano DOC CL. 75 – a 2,99, i Funghi Champignon OROGEL a 0,98, e i Carciofini SACLA’ a 1,40. Ma ci sono ancora le bacche di Acai da comprare per il chihuahua. Giselle non mette più la chiave sotto lo zerbino, serra gli infissi per paura dei pipistrelli e degli ET di Alien. La realtà è che si muore prima del Testamentum quando non c’è più niente nell’armadio e Betty non è stata neanche un ricordo, il fumo di barbecue! 17 La ragazza playstation riportò a casa gli avanzi della festa. Eravamo sicuri che avrebbe insegnato tutto al piccolo Morrison. Era come un antidoto nel giorno del nostro scontento. Al signore che lavorava in albergo chiedemmo cosa bisognava fare per dare la caccia al lupo. Provammo sulla pelle l’antirughe Revitalift e il profumo Vichy dopo Suburra e le fantasie minori. Abbiamo un Pantheon con polittici e parafrasi. Solo grazie al Rettore di Psicologia Sociale evitammo metafisiche. Carissima punk, oggi è il giorno della riverenza e delle Decolletées. Asimmetrico nei giri di lana stava il piumino oversize camoufflage, Un performer riportò con i videogiochi concerti per solitudine e psicometria. Abbiamo accettate le cure, dottor Moon, ma non vogliamo essere una chat per dire stiamo bene col Tramadolo. C’è un team che progetta viaggi interspaziali dopo secoli di cielo coperto e di croci sulla collina. A casa nostra accadde un giorno che un clochard picchiasse alla porta dicendo: -I am poor and I have no Paradise-. 18 Gli elementi erano da esprimere con scrittura poligrafica. È stata una emergenza l’account a Nora Vermont. L’equilibrio dell’anima influì sull’aceticolina. Carlo è occupato con la Mistica clericale. Di questo passo non conoscerà la Sla di Maggy. Il calcare ha otturato il lavabo. Denise, alle venti ricarica l’anima in défaillance. Abbiamo rivisto il plot-point. Ma è sempre brutta scena la morte inaspettata. Qualche voce fuori campo si affianca al regista vicino alla troupe in stand by. Marzo porta dissolvenze, una poltrona per due con libri senza brossura. Riflesso del passato con specchio retrovisore. Esterno. Interno con il prologo di Dusty e Doris e il cartello Achtung sulla porta blindata. Il caso è di competenza di Laforge e della squadra NCB. Nel segno di domani ci sono algoritmi e nuovi vaporizzatori. Esterno. Fumo dai camini. Auguri per gli anni che verranno. 19 Una diapositiva di autoritratti e reviews accanto al libro di Emma Cline- HARVEY- Pezzi di promemoria su fogli Paper One divisi per numero e anni. A volte scritti a mano o con la macchina Olivetti. Versi sparsi tra lampi di maltempo in disordine equinoziale. Implantologia dopo la fine dell’iperborea. A volte colpi di machete nel giardino d’inverno. Josephine si è allenata con overdose mescolando rabarbaro e cicuta. È cromatica la rabbia di Karl per il mondo che agonizza. Il cerchio si chiude. Non ne usciremo più. Seguimmo Dolly nei suoi discorsi avantgarde fino all’angolo -atelier. Virginia, Professoressa di STEM, telefonò per sapere della ragazza Carla. -Penso, che sia la stessa di oggi-, le risposi, -ma con più Midnight e movida-. L’anno in cui non siamo andati da nessuna parte fu quando ci lasciò Sonny Boy. 20 La bicicletta elettrica portò Close all’apice del crinale. Un biglietto vergato negli anni passati mise fuori gioco chi diceva Amen. Oggi si quantificano i vivi e i morti per un report noir. Il paradosso l’ha portato Noel che ascolta e caccia il silenzio fuori dalla notte. Il Gruppo Sensitive ha riconosciuto il grande crash leggendo una Centuria. Nuovi Food Lovers hanno rimpiazzato la economy nella City semideserta. Al Salone di Firenze c’erano i vestiti di PennyBlack e le ragazze dalle frequenze nostalgiche. Apriamo le piattaforme digitali puntando tutto sul work system. Daniela si riprese i bitcoin per attivare un nuovo barbecue. Ci siamo affiliati ad un mini Club passando in rassegna le bottiglie del 38 con table de remuage. Una di queste sere, tanto per uscire dal tic toc dell’orologio a pendolo, vedremo The Kitchen on Demand e New Day. 21 Il tavolo offriva ospitalità alle gardenie. La casa era al cinquantesimo compleanno. Domani rivedremo le bozze di Return Life con qualche variante a piè di pagina. Giselle ha i denti stretti dove non passa una maledizione. Abbiamo girato nella città per fare Colazione da Tiffany e cercare il lungo inverno di Kaspersen. Rifacciamo la tavolozza a colori. Gelinda ama i quadri a tinta unita. A volte ha le allucinazioni: scambia i morti per i vivi. In via Coleman 56 incontrammo Le Signore di Betz. Fu la fine delle memorie tagliate col machete. Oggi analizziamo le molecole verbali ognuna con un proprio sincrotone. Uno sciame di calabroni mandò in tilt la passerella di Fashion. Dalla regia di due filmmakers nacque una storia di classe sociale col sottofondo musicale di The Wall Live in Berlin. 22 Una Jeep Renegade ferma davanti alle Video News. Signorina Borromeo, l’aspettiamo qui dove meglio si possono leggere i suoi pamphlets. Non dicono molto ma rappresentano episodi di prosa spontanea. Esterno. Campo vietato. Bandiere a mezz’asta. Resiste in classifica L’Enigma della camera 622 di Joel Dicker. Meg ha in mente un viaggio, lasciando la speranza ai poveri e i copecki ai ciechi. Un Webdesigner accese il PC per correggere i fogli di Criminal Found. Rivediamo i Mondi di Oz anche se Turner lo fa di malavoglia. Il cane bassotto non trovò le tracce dell’assassino della piccola Maddie. Tace la radio Deejay. Non c’è nessuno che ascolti gli Scorpions. Tornano in gioco Hamm e Clov nella Febbre del Sabato Sera. -Volano i tweets. –Andrà tutto bene. Ne sono sicuro-, disse il tutor su Instagram. Si è fatto tardi. Silenzio blu notte con flash mob lungo il colonnato. Una farfalla muore sul poster di Guernica. La guardo se mai dovesse volare via. TM 22 è il numero del Call Center per vedere Shining di Stanley Kubrick. -Manca l’attitudine a produrre verità e trarre un film-, disse il critico all’autore della sceneggiatura. Schermo piatto. Colore nero. Diffusione di lampade Led in Galleria. Miss Klary stava dietro ad una storia dopo i dati dei sub plots. Voce di fondo e inquadrature a fumetti nelle mani di un viaggiatore nel mondo. Dolly voleva riprendere il cielo con uno Zoom e ricavarne una Metafisica. -Va bene, puoi provarci. Saranno le nuvole a distrarti-, disse Seanbook, manager del Progetto Outline affiliato alla Green Company. 23 La sera del green cocktail Miriam indossava foulard & pochette in seta. Notte, profondo tunnel, nuovo buio dopo le avances di luce nel quartiere dove Banksy aveva lasciato un viso afroamericano. Di ritorno da Borgomanero Kelly chiese una tazzina di caffè caldo per stanare il freddo dalla gola. Uno spaccato, tra prosa e poesia, mise in allarme il dottor Faust con le cronache borghesi. Fuori dal trekking ci aspettava la storia di Willy Monteiro Duarte. Le luci brillavano nel borgo antico dove i rischi per i topi erano all’apice della rappresaglia. La stagione portò il battesimo alle Melinde senza danneggiare i melograni. Con lo slow dating abbiamo parlato con Clara e la Signorina McClein, fatto il giro del mondo chiedendo alla ragazza del Boogie Woogie: -Will you be my Valentine-? C’era nella prima pagina di Vogue quello che tutti chiamano Love. Altrove, palline di coronavirus sembravano aghi di Pop Art. Avere un coffee break è un momento di relax quando capita di restare a casa a guardare le opere di Giacomo Moor. Il website raggiunge 10.000 click tutte le volte che Clara scrive -Mio caro Nihil, oggi ti sposo!- 24 Cara, Helodie, anche Penn Warren sdruciva la vita come Eliot ne Gli uomini Vuoti e in The Waste Land. Avevano un tessuto di cotone stretch senza un chiaroscuro per il domani. -Dici bene, Mister Holl! Qui stanno i suoi occhi affacciati alla finestra-. I Textual Works scivolano nel buio dell’Ombra per non seguire Finnegans Wake. A fianco di Emma Rey abbiamo percorso The New England Primer. Il fischio del corvo avvertì che era tardi per una torta Masterchef. Ci distrasse il profumo di Jessica alle prese con lo strabismo. Il mare esondava relitti di Kayak. John ne prese uno rifacendo la prua. Tra le increspature dell’anima c’era un trolley senza fondo. Il giardino non ha dato più fiori. Le sorelle siamesi sono morte a Bunker Hill. Non c’è terra alcuna che non abbia lapidi da quando Elia naufragò nel mare. 25 Lei aveva previsto la luna rossa come una torcia su un tratto di terra di querce e baobab. Margot, non ha più La gazza ladra e il suo ritratto ha i colori di François Fabre in questo declino di avventura dove il pangolino è diventato il re dei cieli. Nella conferenza sui giovani pipistrelli si discusse su la Bella e la Bestia. Prima che la luna sparisse si ritrovarono i poeti di Books in English. -Vorrei uscire da questa oasi-, disse Toby, -senza abbandonare Gangs of London-. Ora anche le nespole gocciolano lacrime di stagione. Una indagine segreta ci portò in universi paralleli nell’anniversario della Signora Mellor, Troppi anni sono passati in un silenzio da monaco buddista. È qui, Maestro? È lo stesso di ieri? E come ha fatto a ritrovarci nella sua pagoda Eravamo in un giorno di pioggia a New York e nessuno sapeva dove. 26 Il gatto si sdoppiò diventando una cassaforte Juwel. La signorina Benoll non è lesbica. Uno sherpa ha tagliato la vetta dell’Himalaya e un serpente ha detto alla rana di volerla sposare. Billy ha la criptovaluta cinese e ora è miliardario presso la Banca SYZ. Hai capito bene. Il mistero buffo è di essere tutti delle matrioske. Ah, ecco, ci siamo. Torna Bellavista a oscurare la notte. Il giorno e la sera si attaccano al collo come le catenine. Il 911 ha raggiunto il cielo e la Via Lattea senza trovare il Killer. Dai retta al Signor William quando dice che la medicina ufficiale non è l’omeopatia. Scrivi pure! Tanto nessuno ti ascolta. Sono embrioni lessicali, estrogeni allo stato puro. Paolo fa paragoni assurdi con la sua ortodonzia da paratassi. Si trincera dietro la chimica e la filosofia. Non viene mai in piena luce. Vuole per caso fare l’ermeneuta? Di questi tempi è meglio tornare all’innocenza. 27 Il passero discute con la civetta. La bugia è verità, di nuovo il vestito cucito a punto croce! Lady Koll sa da sé che l’automobile è un pensiero in corsa sull’autostrada. Quale storia vuol narrarci? Ha per caso una storia? Ecco le ruote, i dislivelli, le vernici antimuffa per il Kyrie Eleison. Sentiamo cosa ne pensa Barret dopo che ha trovato una serie di indizi. La prova di una donna è mettersi su un divano e leggere il Cantico dei Cantici. Giulia voleva la bagna cauda con paprika e zafferano. Lo Chef ha fatto lezioni di cucina green. Tempi duri! Ma quando si fermeranno? Parliamoci chiaro. Solo il lockdown può dare etichette nuove. Ci piace il viso di Marie Christin Osselin, Enologa di Moet & Chandon. Tu dove scendi? A Milano? O in quelle campate di cimitero dove non ci sono né caffè, né barman. Rincasiamo dove la casa è nostra. Mezzanotte. Guardiamo l’orologio senza la chiave d’arresto. 28 Andare a Parigi e fermarsi al Boulevard Saint Michel dopo aver visitato Shakespeare and Company. Mancavano i ragazzi dell’Ecole e il pensiero di Kristin Ross. Il Signor Timberlan non aveva mai visto una Rivoluzione. Due sprinter di colore gli ricordarono la sommossa di Detroit come “the worst civil disorder”. Con te rifaremo le entrate al Colosseo, le finestre abbattute dal tornado e i tombini divelti dai pick-ups. Sarà come rimodernare la dentiera di Denise, wine maker nel blind pig. Dory lasciò fiale di Tranex per i pensieri insanguinati. Buonasera Emily. Cosa la preoccupa? -Ho paura che si rompa la filiera-, disse, -per questo preghiamo Sant’Ambrogio-. Amo lo smartband, ciò che dice Hogan sul buco dell’ozono. Ho ancora le carezze di Tonia, Il concetto spaziale di Lucio Fontana. Ormai non c’è più tempo. Faccio fatica ad alzarmi. Ci toccherà consultare l’oroscopo per sapere se torniamo al Big Bang o finiremo nei buchi neri. Sebbene tu viva di green kitchen non sai come le volpi scodate abbiano una direzione. Vorrei avere un amanuense per rifare il Deuteronomio. Proust e Marx dormono nel sottoscala e la sera non scende mai su Philadelphia Inquirer. Gli occhi non si staccano dai souk dove vive la Tribal Art e niente è più come prima neppure il morso dell’iguana e il Cotton soft. Sono stati i graffiti a riportare indietro il buio delle caverne. Ora vorremmo soltanto restare in silenzio, riflettendo sul tempo che rimane. Quest’anno l’autunno in New York è stato il più giallo tra i colori di Van Gogh. 29 Lasciammo via Adenauer per il fast-food. Lo chef aprì bottiglie di Very Special in attesa del canto delle sirene. Nessy non voleva rimanere a casa accanto ai fornelli e al gatto Grum. C’erano affinità olfattive col bouquet di rose di maggio sul tavolino. L’etichetta Caution consigliava un menù senza allergeni. Citammo il Beaubourg dove si può trovare di tutto, anche le donne obese di Botero. La tua poesia, Mark, è un quartiere metropolitano con fermate di frammenti e distici. Abbiamo mandato alla Book Edition ciò che serviva al London Post. Il sostituto della morte naturale ha un gran da fare per le vie del mondo. McKinsy confessa di essere indecisodi lasciare la vecchia trattoria per una Coop o GLS. Dicono che questo sia un paese di cerbottane e filosofie truccate. Ti prepari all’ira dei gatti senza avere un bodyguard. Amante di abiti patchwork, Candy preferiva una vita con arcobaleni. La zanzara non c’entra nulla con gli ematomi. Chi ti appassì, Florence, fu solo il new entry dell’anno bisestile. 30 Ti sei incantata al Pensiero magico di Joan Didion negli scaffali di Air Press. Charles ha idee chiare sul report day anche se arrivano civette. Bulldozer cingolati aprono la terra e ne fanno una biblioteca di short stories. Le proteste del Black Lives Matter hanno toccato l’insolvenza dell’Essere. In Edicola c’è Baudelaire con 46 pagine da: I fiori del Male con L’albatro e Inno alla Bellezza. Che se ne fa il Signore del fiotto di anatemi che sale ogni giorno ai suoi diletti Serafini? Ora tutto diventa più chiaro anche la condanna del Giudice Arnet e la Walkiria diretta da Jacek Kaspszyk. Rivisitiamo il post sulla Piccola suite in rosso maggiore di Ritsos, affiancando Mirella ad un altro restyling prima di seguire la nuova serie in TV su Yellowstone. APPUNTI CRITICI “Siamo passati nel giro di pochi anni dal telefono fisso, quello di casa allo smartphone digitale che tutti abbiamo. È stata una rivoluzione come nessun’altra nella storia dell’homo sapiens, e non ce ne siamo neanche accorti, così si continua a fare quadri figurativi e pubblicare poesia delle ambasce dell’io, si continua a fare romanzi thriller di una banalità da banausici e story telling in quantità. Leggere queste composizioni di Mario Gabriele ci fa capire la distanza che abbiamo percorso senza che neanche ci muovessimo, ormai l’italiano è diventato una lingua secondaria, l’inglese è passato da una penetrazione osmotica e lessicale ad una colonizzazione dell’italiano, ad una lingua intessuta con la stoffa e l’ago degli anglicismi; ma nel cataclisma non c’è nulla di cataclismatico, come nella catastrofe non c’è nulla di catastrofico, è tutto normal, è tutto classic, anche il linguaggio di Mario Gabriele può essere considerato un classico, questo è il linguaggio che parlerebbe oggi il Principe di Salina de Il Gattopardo, un linguaggio fitto di twitter e di frasari sms e di facebook. È che oggi anche il papa s’è dovuto inchinare ai tempi e parlare un linguaggio terrestre abbandonando qualsiasi posa ieratica e chierucume.”(Commento critico di Giorgio Linguaglossa). ……………………………… “Nelle poesie di Mario M. Gabriele ci puoi trovare quanta più Europa che nei romanzi italiani che escono in un intero anno. Mario M. Gabriele fa poesia europea… e lo fa perché ha introiettato quel linguaggio elitario ed esoterico della poesia europea di Eliot e lo ha trasportato nella penisola al di sotto del Rubicone”.(Commento della Prefazione di Giorgio Linguaglossa a L’Erba di Stonehenge, Edizioni Progetto Cultura pag.12. 2016). ……………………………… “Compito del poeta è convocare le babeliche folle testimoni del tempo, trasformarle da ammassi di detriti in figure espressive, tentare l’impossibile dialogo. Risulta un corso inquietante”. (Eugenio Lucrezi, da: La Repubblica, Redazione di Napoli, Sabato 15 giugno 2019). ……………………………… “Prosa sciolta e accattivante ironia intelligente seppur sotterranea forse per sdrammatizzare la tragica situazione attuale, ma anche un tentativo per affrancare la parte migliore dell’umanità. E non a caso il breve racconto si rafforza dall’elevata grandezza interiore di certi personaggi anche negativi.” (Giorgio Moio). (Riferimento critico al testo con l’incipit:” Un cocktail di Bull Shit inaugurò l’anno cinese delle candele” su Altervista del 21 maggio 2020). …………………………………. Di Mario M. Gabriele, il fatto che leggendo una poesia ne leggi una decina. Le sue mini-immagini, le mini storie – ognuna bastevole per altri a ricavarne composizioni che ribadiscono nei versi quanto si è già compreso dalla prima nominazione. Un terzo di verità, più due, se va bene, di superfluo – Invece Gabriele passa repentinamente ad altro: perché così fanno i pensieri, è questo il loro reale andamento nella mente. E non solo nella mente di oggi. Viene fuori, insomma, l’imbroglio della scrittura, che col pensiero ordinario non avrebbe a che fare. Ma questo è nella poesia di nuova ontologia estetica; così come nella meditazione, allorché ci si accorge del codino di un pensiero che se ne va… e quello nuovo che si presenta, già diverso. Nel libro “Registro di Bordo”, Mario Gabriele offre una sequenza di distici adatti per chi volesse intraprendere una dieta letteraria. Lì è proprio maestro. Al secondo step della dieta andrebbe considerata la semplificazione della lingua accademica: operazione assai complessa per chi già abituato a scrivere su tastiere di più ottave. Sanno, avvertono, che oltre le estremità del linguaggio ne va della piega dei pantaloni. Di Gabriele – ma da subito, la prima volta – ti accorgi che le poesie nuove nascono classiche: la compostezza della versificazione, la lunghezza stessa delle composizioni, mai oltre la media capacità di mantenere l’attenzione… presupposto questo per una pop poesia, che di nuovo avrebbe la capacità di non complicare la vita, da quando si è fatta talk show. Quindi arriva facile, anche perché le citazioni sono sonore (lo diceva Pound, delle sue). Il nuovo getta l’ancora nel classico. Sicché lo capiscono non solo gli altri nuovi, ma anche, tra i più attenti, i poeti di sempre. È l’evoluzione. (Lucio Tosi) – da L’Ombra delle parole del 18 febbraio 2021. …………………………………. Il luogo creato della poesia è tanto concreto da essere abitabile, e il lettore ha la sensazione (forse vera) di poter vivere in ogni parte, o interstizio, scovato, e ‘abitarci’ dentro, tra una frase che fa parlare e una frase che scrive, dentro quelle frasi, in una parola imprevista, tra quella parola e la precedente o la successiva in ‘assenza’ di legame, che pure le lega. Accade anche tra una strofa e l’altra in uno spazio che ha il sapore specifico di un salto spaziale e temporale insieme (già la prima e la seconda strofa sono emblematiche). Uno spazio che è un luogo che tradisce sé stesso, già offrendo ampi ‘brani’ di quella Terra. La ‘stanza zero’ allora sembrerebbe vivere al di fuori e sulla Terra, ma il tutto sempre in questo assentarsi delle ‘cose’. Ed è la mente a vivere, abitare, in quelle zone del testo, del concreto (desuperficializzato), e li trascorre il tempo avanti e indietro nello spazio del testo, andando per diversi tempi nascosti in anfratti oggettuali (il testo ha diverse fisicità di assenze – di assenteismi! – che dilatano o accorciano il tempo, lo allungano o lo restringono, e la mente viaggia con esso). L’attenzione mentale che serve a viaggiare in questo luogo assenteista della poesia (come fuori e dentro quella scatola) è tanto piacevole quanto il luogo ricco di micro-accadimenti che è la mente (dello scrittore quanto del lettore) a scoprire su di sé, diventata un oggetto fisico, nel ‘lasso’ di una poesia, in un prolungato (quantizzato) assentarsi dello spazio-tempo. Diciamo che in questa poesia c’è anche una componente concettuale che riguarda i ‘personaggi’ (che sono, anche loro, simili a una sparizione piuttosto che a una affermazione) poiché la mente cerca in loro, nel loro rapporto, una logica, che immediatamente frana, cade, non completa la sua costruzione, pur attribuendo loro di volta in volta caratteristiche differenti, in ipotesi che non si stabilizzano. La mente allora rovescia la questione e crea una logica tra elementi non finiti e non finibili, e concepisce qualcosa dal crollo della concezione stessa. Questo crea nuova assenza e ulteriore abilità e ulteriore dinamica nell’intermittente presenza delle ‘cose’ e della ‘cosa’ del luogo. (Jacopo Ricciardi – da “L’Ombra delle parole”, come commento critico sul testo - Il gatto si sdoppiò diventando una cassaforte Juwel – tratto da “Horcrux”). …………………………………. Leggendo la poesia di Mario Gabriele prendiamo atto che siamo arrivati a buon punto nella discesa nel nichilismo. Nella sua poesia cogliamo la poesia nel punto più profondo di quell’auto annientantesi nulla nel quale consiste. Gabriele intende bene che non c’è nulla di serio nel Museo delle collezioni, il nostro mondo è diventato un Museo delle ombre (le collezioni) che comunica con il Museo della spazzatura, C’è un collegamento tra i due Musei. È l’eleganza con cui Gabriele pone nel nulla il nulla ciò che fa la differenza… mai una parola, una allusione sulla sua persona, all’io, mai un accenno a quell’involucro che contiene il nulla, con buona pace del pericardio accarezzato e coccolato dai poetini del pericardio e della pericardite e della peritonite. Dalla lettura di questa poesia ne usciamo fortificati, ne esco fortificata. Lo stesso mi accadeva quando leggevo la poesia di Mario Lunetta, e bene ha fatto Vincenzo Petronelli a ricordarlo. Lunetta è stato probabilmente il poeta italiano più importante dopo la generazione dei Pasolini. Auguro a Mario Gabriele di poter essere riconosciuto non soltanto da noi abitanti dell’Ombra ma anche dagli abitanti dello stivale poetico come il poeta più importante di questi ultimi decenni, so che quel che dico risulterà ostico all’uditorio dei poeti del pericardio e della pericardite, ma è quello che penso. (Milaure Colasson – da “L’Ombra delle parole”, come commento critico al post su Mario M. Gabriele, Poesie n. 35-41, da Remainders, Progetto Cultura, 2021. ……………………………. La poesia di Mario Gabriele si manifesta quale unico corpus esorbitante e anomalo nelle poetiche contemporanee, atto artistico e filosofico, o per meglio dire estetico, meta-poesia e gioco d’artificio epistemologico di profonda portata ontologica. Poesia dal futuro, di chi si è tirato fuori dall’emergenza storica, e guarda a distanza dalla prospettiva del drone che sorvola le “diescta membra” della civiltà umanistica e artistica novecentesca. Eppure, qui si tratta di “rimanenze” fossili, sebbene così contigue ai nostri indirizzi, alle nostre abitazioni culturali. Poesia civile in quanto caricata di tritolo critico pronto ad esplodere. Scrive bene Marie Laure Colasson: «una poesia altamente civica perché corrisponde al numero civico che abitiamo, un numero ipoveritativo…». Poesia dal vuoto, anzi frivolezza del déjà-vu, direbbe Baudrillard. Poiesis confinante, come scrissi in altra occasione, con esperienze artistiche contemporanee di matrice neo-concettuale, si pensi a certi esperimenti di Anish Kapoor, alla monumentale messa in opera del vuoto delle sue sculture, per esempio. Eppure, sostanzialmente diversa: ogni sintagma, frammento, citazione implicita od esplicita, registrazione o traccia comunicativa, (cesellata dalla materia grigia di una continuata interferenza cacofonica di comunicazioni “usa e getta”) è frutto di grande perizia poetica. Una consapevole «decostruzione riflessiva» come ha scritto Linguaglossa (che ha il grande merito di un profondo lavoro ermeneutico sulla poesia di Gabriele). In “Remainders” si opera per riciclaggio di scarti e materiali inerti ma anche di simulacri e prodotti, e la Poesia Kitchen, trafugando simboli, marche di prodotti, fantasmi, cartoni animati potrebbe funzionare come un’analitica strutturale nel nostro esistenziale. Perfezione delle forme effimere. Efficacia del paradosso: nel ciclo delle apparenze (e nella moda), scrive Baudrillard, si ritrova quell’innocenza che Nietzsche attribuiva ai greci: «loro si sapevano vivere; per vivere occorre arrestarsi animosamente alla superficie; all’increspatura della scorza, adorare l’apparenza, credere a forme, suoni, parole (..) Questi Greci erano superficiali – per profondità!». Allora buona vita al grande Mario Gabriele! Un giorno ideale sarebbe come il Mistero buffo di Majakowskij. Abbiamo dovuto rimandare ad altra data il fumo degli arrosti. Questa estetica del Nulla fa risvegliare Fedro e Felix Vargas. Si vis pacem, para bellum. (Letizia Leone, Ombra delle Parole, 12 giugno 2021).