Horcrux (2021)- Selezione





1

Le signorine del Banco dei Pegni
avevano da fare con l’Anti-Age.

Domenica, ridurremo Guernica 
nella misura di 50x70
attivando i film cult nel backstage.

Susanna Clarke lasciò schizzi di fantasia 
con Piranesi nella forma storytelling.

Con un account on line
riuscimmo a trovare la strada a nonno Vincent
illuminandogli la notte.

Non ci sono proposte avantgarde
dopo la fine di Baldus.

Riprendiamo a leggere le lettere 
di Rilke a Magda von Hattingberg
per capire l’oscillazione del confidenziale.

Il violinista di Jacrek Kaspszyk
ha accompagnato Wagner con due sole note
come l’universo col Big Bang.

Erik ha spedito i fondamenti dell’Essere
a Klutz Nabof, 
Editor, Klostermann Frankfurt a. M.
come linguaggio e tempo finale.

Ciò che accade ora
dipende da dove viene l’Abgrund?

Non a caso La bella Elena
si presentò a Offenbach à la Vie Parisienne.

2

Il libro aveva eccipienti verbali
per un cocktail frappè.

Il giorno in cui Kerry si avventurò nell’ermeneutica 
dimenticò Lévi Strauss e Marx.

In area anglosassone recuperammo i lessemi 
blockchain developer.

Tutto questo per suggerire a Molly
di non sfogliare il vocabolario
per cercare l’origine di culture europee.

Essendo chiusa la pinacoteca 
ci fu con Antebellum la mostra degli orrori
del sottoproletariato in USA.

C’è una pandemia in giro che vuole aiutare la Morte
nel suo lungo cammino per il Mondo.

Siamo di nuovo a parlare di thriller
e di stagisti nel cercare i quadri falsi di Monet.

Beson si agganciò a Les Fleurs du Mal
per non essere metafisico come Padre Bernard.

Il papillon nero di Mister O’Briam
era per ricordare Fukushima.

La notte in cui scomparve il passero solitario
tornò l’effetto buio con le Centurie.

Dura ancora il Processo a Josef Kafka.
Nicol Bouvet è pessimista.

Jakobson ha messo in solitudine                                                                  
i temi dichiarativi e metafisici
assieme ad Alexandre Radichtchev 
e Bertolt Brecht
con i versi Kalashnikov.

Questa sera, se credi, ci fermeremo al Caffè Zaire
e avremo modo di contattare Antonin Artaud
con i suoi versi in Le Livre à venir.


3

L’ostrabismo Cara
era quanto di più amasse Cesare Viviani,
tra plurisensi verbali del 63
in una stagione di fuoriusciti dai parcheggi ausiliari
sebbene facesse da guida una rondinella dal cielo
che non trovava un nido nel percorso
se non un pince-sans-rire di balbettio psicogeno.

Un giorno ce ne andremo
girando la manopola di un’altra radio.

Ti ritrovi, ai confini della realtà,
a immaginare l’androide 
come il nuovo ceppo organico
con Cindi Mayweather.

Natale se n’è andato spegnendo le luminarie
e gli abeti senza primavere.

Altri sub-plots li racconteremo 
fino a Carnevale.

Oggi resteremo con gli avanzi nella dispensa
senza cablogrammi e storytelling.

Krus ha concluso l’epistolario
con il titolo: Off Limits. 

Due, tre, quattro mesi, forse anche un anno
per cambiare la sinapsi.
Se vai al super game controlla il fornello,
gli OROGEL nel frigo, se entra nelle stanze 
il profumo del barbecue del Signor Elliott.

Sing Tao Thing ci ha mandato 10 haiku,
brevi come le nostre ore.

Seguiamo Molly con il suo vestito stagionale.
Non è molto, ma aiuta a superare i giorni della Memoria.


4

Una sartoria di pensieri come una sfilata Top Model 
con giacca over di lana e pantaloncini microcheck.

Dory ha creato un whisky green 
in botti di rovere.

Da anni Thomas le regala crème Caudalie
per un sorriso senza rughe.

Usciti da Sachsenhausen trovammo le cose migliori
con Songs From The Kitchen.

Sherpard ha un PDF
di prose brevi dopo il lockdown.

Cara Ilenia,
l’Acquario ha in serbo storie mitteleuropee 
che non hanno nulla a che vedere 
con L’uomo a una dimensione.

A volte ci sono esercizi nella mente
in sintonia con le aritmie.

C’è ancora chi si rifà al mercatino della domenica
dove non mancano i cartelloni per Berlin – Friedrichstrasse.

Qualcuno cerca libri a prezzi bassi
anche se non ci sono Burns e Hayden.

Ci ha aiutati La Commissaria di Aleksandr Askoldov,
film eretico e senza svolta.
Ora lo sai. È un bene plastificare tutto
anche i Re Magi lasciati nel cassonetto.


5

La domenica evitiamo i gatti neri per le strade,
le profezie di Madame Cury.

Un fischio di pipistrello si abbatté sui tetti
come un colpo di Winchester andato a vuoto.

Chiedemmo alla wine maker 
se oltre al Dom Perignon
avesse anche il rosato Gran Cuvèe.

-Tutto quello che posso darvi- disse,
-è il prosecco Franciacorta e il brunello di Montalcino-.

Le Blu Roses amavano l’extra brut e il pas dosé
ogni volta che c’era un marketing.

Clark si fece avanti
sottobraccio alla Vergine di Norimberga.

I versi di Nostra Signora di Walsinghan
tornarono insieme a Lowell.

Si sono aperte le frontiere.
Kazin ha lasciato il Golfo di Guinea su una ONG.

C’è in questi momenti di revival 
qualche ritorno di film cult.

Deve essere successo qualcosa 
se hanno cancellato il Golden Boy.

Porta la cinepresa, Muller!
Qui è come la Fuga da New York di John Carpenter.
Il mondo è pieno di Ghosts. Ti girano intorno,
fai conto di essere un ghostwriter anche tu fuori rotta.
Il Network con savoir-faire
rifece le esperienze di vecchie generazioni.

- Le nostre donne - disse William -più che in amore
sanno versarci in tempi di distopia, le migliori bollicine -.

La neve coprì le vette delle Dolomiti
bloccando le funivie.

Cambia pelle l’America.
Pensavamo come Ginsberg, 
ma è rimasto solo l’Urlo in gola!


6

Eduard Hopper ha fatto en plein
con dipinti e acquerelli nel Museum di New York.
Un album di litanie riportò Nick Cave alla preghiera.
L’unico modo per non rattristare Jones
è aprirle l’armadio con le collezioni di Van Cleef & Arpels.
Il tempo ti ruba la neve e il sorriso
quando cadono le ballerine on ice.

Amelia Giordani faceva ròsbif
senza conoscere le newsletters di BioFood.

44 anni estetista e crioterapeuta,
Daniela ha chiuso i negozi di rossetto sexy.

Sui banconi di ESSELUNGA è difficile trovare
l’Erboristeria cinese e i costumi tibetani.

Roby, classe 1990, è diventato curatore d’archivi
per Georgia Town.

Tornano i tempi domestici, i minuetti di Mia Martini.
Chi rifarà lo spartito a Moonlight Serenade?

Povera Lilly!  Ha scambiato Barbie
per una modella Armani.

Abraham Yehoshua ha fatto di Raskolnikov
uno scriptorium di farfalle spirituali.

Il futuro di George è già scritto in modalità blended.
Leggendo il Dizionario Work ci sono neologismi sonori
utili per le Coverstories.
Mikalovic ha riposto nel bungalow
i poeti di Ljubomudry senza OL’GA Sedakova.

La morte è quella che più complica la vita
ed è come l’acqua che scorre tra le mani.

Il padre di Katrin non sa
se le diapositive diventino gialle.

Qualunque cosa faccia
trova sempre la distanza tra Essere e Avere.

Siamo buoni, Kravitz!
Liberiamo Kafka da Il Processo.


7

La ragazza di Bahia
aveva un plissè di rughe
ricoperte con crema La Roche.

Bésame mucho e non pensare ad altro
disse Carreras dopo aver scattato le foto 
nel compleanno di Cariola.

Merrill cercava un romanzo duecentesco
tra gli stracciafogli del 2002.

Cose d’altri tempi dissero i probiviri.
Meglio scegliere il Sogno di Luca
tra horror e avventura
andando a bailar con le concite.

Qualcuno si riprese il videogame
in attesa di un Cocktail Nature Rosè.

Abbiamo pensato di vendere la casa      
mettendo -Il Guardiano dei coccodrilli- di Katrine Engberg 
al primo piano degli scaffali.

Sembra di entrare in una selva oscura
senza i bookmakers e le Click Sisters.

Tutti gli altri stavano nello studio di Henry Snowdem 
per il cambio di indirizzo e nudi fino all’osso.

Se non cambierà il plafond, l’anno nuovo
lascerà il segno ai droni e agli avatar.

Qualche palinsesto trattava i punti chiave
dei videogames.

Domani, Annalisa farà la prima Comunione
col vestito Les Copains.

La cerimonia avrà un sommelier 
esperto di Cuvée.

I vitigni maturano nelle Langhe
senza l’etichetta Cesare Pavese. 

Raphael si è sentito con Prokof’ev
chiedendo: cosa avrà voluto dire Mozart:
-Così fan tutte?

La mente ha squarci di ghiaccio.
Il viaggio è dentro di noi,
ma nessuno lo vede.

Sabrina ha una nuova bibliografia
di appunti fisiometrici come li voleva il designer.

Sarà una sorpresa conoscere le strade interne
con le zone del bivacco.

Giriamo il mappamondo 
tenendo in mano acqua e terra.

Nella Conferenza Stampa,
Marc Lambert parlò di Davos
e di Corporate Bond.


8

Il Circo O’Nill riaprì le tende
con pochi acrobati e clown.

Sandy seguiva le temperature 
per fare shopping.

Tardavano ad arrivare le mele della Val di Non.
Le discussioni con la cassiera riguardavano i McCain scaduti.

C’è chi misura la pelle e chi pesa le ossa.
Non importa se non incontra l’anima.

Da tempo è emigrato il ragazzo di borgata
portandosi via i diari punk con temi su love.

Riempire il bosco dei figli degli alberi
è il sogno di Greta Thunberg.

Nessy ama il Food Room 
e ciò che resta nella dispensa.

Dora ha lasciato Liverpool.
I biancospini non si sono più fatti vedere.

Al primo quarto di luna
uscirono i Ghostbusters con la setta di Nashville.

-Cercate Grigorenko e l’anno che verrà-, gridò Cartier.
Il futuro è digitale con scenari da inverno vintage.

La verità è che un marxista come Karl Grünberg
lo si trova solo negli archivi della Scuola di Francoforte.
Da un file lasciato nel remainder
c’erano appunti di vita schematizzati.

Ci rincuorano le paillettes e le tazzine di Moka Express
quando gira la meridiana sui tappeti d’organza.
Le Coop esaltano le dark kitchen
con l’ultima trance di risotto Covid.


9

Ti sei incantata al Pensiero magico di Joan Didion 
fino al Sommario.

John ha idee chiare sul report day
anche se arrivano civette e serpenti boa.

Bulldozer cingolati aprono la terra
e ne fanno una biblioteca di short stories.

Per quanto a lungo possa rimanere in sala di attesa
la signorina Kiss è sempre pronta ed una foto fashion.

Le proteste del Black Lives Matter
hanno toccato l’insolvenza dell’Essere.

In Edicola c’è Baudelaire con 46 pagine
da: I fiori del Male con L’albatro e Inno alla Bellezza.

Che se ne fa il Signore del fiotto di anatemi
che sale ogni giorno ai suoi diletti Serafini?

Ora tutto diventa più chiaro
anche la condanna del Giudice Arnet
e la Walkiria diretta da Jacek Kaspszyk.

Rivisitiamo il post sulla Piccola suite in rosso maggiore
di Ritsos, affiancando Mirella ad un altro restyling
prima di seguire la nuova serie in TV su Yellowstone.


10

Lady O’Hara colleziona vinili,
minibooks di centurie e video clips.

Scrive da Pittsburgh:
- verrò a dicembre per un week end a Ponte Vecchio -.

- Se vuoi evitare l’incontro-, disse William a Lory,
- devi pensare all’escamotage -.

Abbiamo fatto un accordo
con il Centro Commerciale MD.

E poi ti ho fatto dei regali: una felpa collezione R.E.D.
by EMP. D. e last things con gioielli e borse.

Nella serie Libri d’Europa,
Bunin è in vetta alle Classifiche
con il Signore di San Francisco.

A Villa Simont ci fu chi ricordò Casablanca.        
LORIS puntava su un cielo senza nuvole.
BELIN, con gonna a vita Pennyblack, chiese:
- non sei stata tu a dire: - domani è un altro giorno?

All’Hotel Imperial c’era il trio Hampton
dopo aver suonato How High the Moon. 

Come eravamo e come siamo
è stato Lord Time.

Logan accese il barbecue  
per i peones e i desaparecidos.

Isotta Carlomagni ebbe un premio 
per aver ceduto i bitcoin ai bulldog.

- Mi fido poco di questo mondo, - disse Ghost
- neanche se c’è la pace in Vietnam. -

Adler è un film apocalittico:
un viaggio tra distese di ghiaccio
e acqua alta a Venezia.
Si è dissolto qualche tabù.
La poesia è nel colore delle ombre.

Un Hacker entrò nel Web.
Più vicina all’Antico Testamento stava donna Rachele.

Rifaccio la barca a vela
dopo il colpo di grazia alla Terra.

- Mission Impossible, - disse Castel
aspettando White Christmas.

Sonia è riuscita a frequentare 
le vicende di alto bordo

A volte si sposta con la bike-top
per fare un giro intorno al sole.

In certe ore della notte qualcuno se ne va.
Devo vederti Michelle. Parlarti ancora.
Solo così saprò cos’è Ville Lumiére!


11

Lilian lasciò l’arcobaleno
parlando di filosofia.

Non c’erano Startup in Via del Corso a Milano
ma show room senza lampade Led.

La neve a Tolmezzo
lasciò poco o nulla all’ipotermia.

Abbiamo cambiato i vecchi stivali
con i Blundstone.

C’era un tight in vetrina come lo avrebbe voluto Robert
per un New Deal senza Niemandsland.

Due amici in più non fanno che aumentare
gli Apostoli venuti a cena.

Un profumo d’erbe aromatiche
liberò la casa dai riti voodoo.

La lettera da Londra
non lasciava presagire paradisi artificiali.

Un performer ci condusse a vedere
La casa delle ombre e delle paratassi.

 Abbiamo cercato nei Bikkembergs 
i Proud Boys e i mercenari di Charlottesville.

Fu così che trovammo Lettera a una Professoressa
e le copie di Le Monde su Allah Akbar.


12

Questa sera il decoder metterà in scena
Il coraggio di vivere.

Bella corvina, il bosco è inanimato
e tu sei il mio passerotto di giornata
mentre cerchi L’Angelo Azzurro di Stemberg.

Difficile trovare un concerto per violini e orchestra 
con il Te Deum nella chiesa di San Pietro.

Lasciami Ketty con la notte di Halloween
e il volo della Lufthansa.

Negli scaffali della Giunti
c’era L’ultima nave per Tangeri di Kevin Barry.

Stai con me!
Resisti in questo inverno di ragnatele.

Ci sarà pure un riposo dopo il trekking.
Hai mai visto qualcosa durare più dell’alba?

Tiriamo a sorte questa vita che non lascia nulla
con gli oroscopi e le tre carte.

Lei, tanto magra e sottile
come un rametto di baobab,
diceva sempre: - quando mi porti sul Titanic? -


13

Inverno con Black Friday
tra eventi a sorpresa e Marlene.

Al Max Hotel c’era un’asta di cucine LUBE,
un album di 50 Rockstar
e una macchina da scrivere ERIKA
come quella usata da Brecht
in Madre Courage e i suoi figli.

Nessuno sa quanti ricambi d’aria
ci porterà la stagione.

Lei senza ricami, con cappotto e guanti cashmere,
si lasciò andare ai Sette Peccati Capitali.

Ci fu un accordo sui found poems e il cut-up
senza impasse.

-Guten Morgen Mein Herr-
-Guten Morgen-, disse Albert.

Qui restiamo ad attendere il Die Welt
con i capitoli a puntate su Birkenau.

Condizione primaria per il Dichtung
è il linguaggio ontogenetico.

Non si confonda, Signorina Ellen,
la tristezza è dentro e fuori casa.

Non vorrà mica un’altra Genesi
a quella che già conosce?

Non importa ciò che dice Ruth,
è un passerotto su Airways.
Clara si portò dietro un disappunto
per come se ne andò la giovinezza.

La seconda volta che incontrammo Marianne
aveva tra le mani uno chiffon.

il ghostwriter di thriller
si aggrappò alla plafoniera per non farla spegnere.

Abbiamo una chance in Cyberpunk
ed è lo stesso sound solo un po’ diverso.

Howard Hughes girò il mondo in tre giorni
meno di Lindbergh con lo Spirit of St. Louis
e la mosca ballerina.

“Ci siamo, darling, ci siamo baby...
No, bebè, à Paris. Thanks – no, merci –
Amica mia…ma come
Ti chiami? …. Laggiù! Laggiù!
è Le Bourget, bebè!” (1)

Ti lamenti se rimani a casa.
Non resterà una briciola dei tuoi ricordi:
solo i vestiti outdoor stile Mountain Kaban
per le feste che non verranno.

 n. 1. Il dente di Wells di Alberto Mario Moriconi.


14

Non ora. Chiudi le imposte.
Porta Snoopy nel giardino.

Dopo chiudi la porta,
lascia qualche spiraglio di luce
aspettando l’icona del passato.

Mai avute le monetine d’argento per regalarle a Judy.
24 ore per finire le ultime gocce di Serenase.

Jenny rinuncia a vedere Shining 
per la troppa neve negli occhi.

Non ora. Ci sono giacche di Giovanni Raspini e profumo DIOR.
Sopra e sotto l’albero i viaggiatori lasciano residui kitchen.

Fra poco sarà Navidad, ci pensi?
Dopo un lungo tira e molla tra i vivi e i morti
non restano che le vibrazioni dell’Essere.

Il Sito nato per la generazione di Millennium
ha raggiunto il massimo del follower.

Con la pioggia in arrivo ci rimettiamo la giacca di tela imbottita
con chiusura a zip di Guess Footwear.

Non ora. Fra poco sarà Navidad.
Ogni drink ha una storia quando arriva San Silvestro 
e l’anno nuovo fa fatica a entrare.

15

Che vuoi che dica? Tutto è circoscritto, oscurato:
il diario ritrovato di Saramago,
le gomme Snowow per l’inverno,
il salario minimo 
per comprare l’Apixaban.

Oggi Zemeckis ha abbassato le tendine.
Ama leggere il fumetto Iron Man.

Andiamo per vie sconosciute facendo training 
fino al colle della Maddalena.

Gli occhi hanno la memoria,
si fissano come su un quadro di Magritte.

Intanto c’è chi fa i bagagli
e riconta i dollari nel caveau.

Il teista Arnold cercava il Dio dell’Africa Nera
e degli universi paralleli.

Qualcuno scelse il deltaplano,
il duello tra cani e gatti, 
e ogni fotogramma di Francis Coppola con il Padrino.

Monnalisa aveva un CD con 10 consigli terapeutici
per non svanire nei colori.
 
Il giorno in cui lo sguardo si fece nero
scegliemmo le puntate di Agatha Christie.

Avresti dovuto vederlo il cilindro
come il classico abat–jour
nelle notti serene e senza vento.
C’è un limbo che non vedi.
Il minimo che possa fare è staccare la spina
quando la Samsung va in tilt.

Un impatto di crepe sui muri del tempo
aveva bisogno di coperture sintetiche.

Le mani che non furono tue
accarezzarono la calvizie.

Zia Molly pensava che non sarebbe più tornata
dopo la fine di Willy.

“Spazi senza fine terra cielo confusi.
Tutto immobile non un alito.
Facce bianche senza tracce occhio calmo.
Testa ragionante nessun ricordo. 
Rovine sparse grigio cenere tutt’intorno vero rifugio
Finalmente senza uscita,” (Beckett)


16

L’occhio segue le stanze nella casa
Denise guarda le pareti senza quadri.

Non trova l’indicibile.
Le indico il sublime.

Lo sguardo si fa taglio lunare 
sul polittico del Beato Angelico.

Al Circolo Weidmann 
non c’erano quadri della Biennale,
ma fantasie irreali.

Una vita da Waste Land.
Milly si mise al centro della sala
dicendo: -danza con me-.

Di sicuro passeremo il tempo nella Villa di Grazia Orsini
agitando clessidre, passando da una scacchiera all’altra.
 
Nella tenuta di campagna Hillary aprì un Hot Dream 
con camere di riposo freezer per i viaggiatori dell’aldilà.

Si lamenta la sera per qualche lampada in meno.
Il ricordo andò oltre i campi di Mauthausen.

Ci vorrà del tempo per edificare la città dell’anima 
Rukmini, Dottore in Ayurveda, 
ha mandato gli auguri per Natale.

-Ho pensato di ridurre i cioccolatini e i panettoni
per le prossime feste-, disse la badante.

Meglio i cannoli siciliani a 2 euro,
il Montepulciano DOC CL. 75 – a 2,99,
i Funghi Champignon OROGEL a 0,98,
e i Carciofini SACLA’ a 1,40.

Ma ci sono ancora le bacche di Acai 
da comprare per il chihuahua. 

Giselle non mette più la chiave sotto lo zerbino,
serra gli infissi per paura dei pipistrelli e degli ET di Alien.

La realtà è che si muore prima del Testamentum
quando non c’è più niente nell’armadio
e Betty non è stata neanche un ricordo,
il fumo di barbecue!


17

La ragazza playstation
riportò a casa gli avanzi della festa.

Eravamo sicuri che avrebbe insegnato tutto
al piccolo Morrison.

Era come un antidoto nel giorno
del nostro scontento.

Al signore che lavorava in albergo
chiedemmo cosa bisognava fare 
per dare la caccia al lupo.

Provammo sulla pelle
l’antirughe Revitalift e il profumo Vichy 
dopo Suburra e le fantasie minori.

Abbiamo un Pantheon con polittici 
e parafrasi. Solo grazie al Rettore
di Psicologia Sociale evitammo metafisiche.

Carissima punk, 
oggi è il giorno della riverenza e delle Decolletées.

Asimmetrico nei giri di lana 
stava il piumino oversize camoufflage,

Un performer riportò
con i videogiochi 
concerti per solitudine e psicometria.

Abbiamo accettate le cure, dottor Moon,
ma non vogliamo essere una chat
per dire stiamo bene col Tramadolo.

C’è un team che progetta
viaggi interspaziali dopo secoli
di cielo coperto e di croci sulla collina.

A casa nostra accadde un giorno 
che un clochard picchiasse alla porta
dicendo: -I am poor and I have no Paradise-.


18

Gli elementi erano da esprimere
con scrittura poligrafica.

È stata una emergenza l’account a Nora Vermont.
L’equilibrio dell’anima influì sull’aceticolina.

Carlo è occupato con la Mistica clericale.
Di questo passo non conoscerà la Sla di Maggy.

Il calcare ha otturato il lavabo.
Denise, alle venti ricarica l’anima in défaillance.

Abbiamo rivisto il plot-point.
Ma è sempre brutta scena la morte inaspettata.

Qualche voce fuori campo si affianca al regista
vicino alla troupe in stand by.

Marzo porta dissolvenze, una poltrona per due
con libri senza brossura.

Riflesso del passato 
con specchio retrovisore.

Esterno.  Interno con il prologo di Dusty e Doris
e il cartello Achtung sulla porta blindata.

Il caso è di competenza di Laforge
e della squadra NCB.

Nel segno di domani ci sono algoritmi
e nuovi vaporizzatori.

Esterno. Fumo dai camini. 
Auguri per gli anni che verranno.

19

Una diapositiva di autoritratti e reviews 
accanto al libro di Emma Cline- HARVEY-

Pezzi di promemoria su fogli Paper One
divisi per numero e anni.

A volte scritti a mano
o con la macchina Olivetti.

Versi sparsi tra lampi di maltempo 
in disordine equinoziale.       

Implantologia dopo la fine dell’iperborea.
A volte colpi di machete nel giardino d’inverno. 

Josephine si è allenata con overdose 
mescolando rabarbaro e cicuta.

È cromatica la rabbia di Karl
per il mondo che agonizza.

Il cerchio si chiude.
Non ne usciremo più.

Seguimmo Dolly nei suoi discorsi avantgarde
fino all’angolo -atelier.

Virginia, Professoressa di STEM,
telefonò per sapere della ragazza Carla.

-Penso, che sia la stessa di oggi-, le risposi,
-ma con più Midnight e movida-.


L’anno in cui non siamo andati da nessuna parte                                                                                     fu quando ci lasciò Sonny Boy.

20

La bicicletta elettrica portò Close
all’apice del crinale.

Un biglietto vergato negli anni passati
mise fuori gioco chi diceva Amen.

Oggi si quantificano i vivi e i morti
per un report noir.

Il paradosso l’ha portato Noel
che ascolta e caccia il silenzio fuori dalla notte.

Il Gruppo Sensitive ha riconosciuto il grande crash
leggendo una Centuria.

Nuovi Food Lovers hanno rimpiazzato 
la economy nella City semideserta.
Al Salone di Firenze c’erano i vestiti di PennyBlack
e le ragazze dalle frequenze nostalgiche.

Apriamo le piattaforme digitali
puntando tutto sul work system.

Daniela si riprese i bitcoin
per attivare un nuovo barbecue.

Ci siamo affiliati ad un mini Club 
passando in rassegna le bottiglie del 38
con table de remuage.

Una di queste sere, tanto per uscire dal tic toc  
dell’orologio a pendolo, 
vedremo The Kitchen on Demand e New Day.
 

21

Il tavolo offriva ospitalità alle gardenie.
La casa era al cinquantesimo compleanno.

Domani rivedremo le bozze di Return Life
con qualche variante a piè di pagina.

Giselle ha i denti stretti
dove non passa una maledizione.

Abbiamo girato nella città
per fare Colazione da Tiffany
e cercare il lungo inverno di Kaspersen.

Rifacciamo la tavolozza a colori.
Gelinda ama i quadri a tinta unita.

A volte ha le allucinazioni:
scambia i morti per i vivi.

In via Coleman 56
incontrammo Le Signore di Betz.
Fu la fine delle memorie 
tagliate col machete.

Oggi analizziamo le molecole verbali
ognuna con un proprio sincrotone.

Uno sciame di calabroni
mandò in tilt la passerella di Fashion.
Dalla regia di due filmmakers
nacque una storia di classe sociale
col sottofondo musicale di The Wall Live in Berlin.


22

Una Jeep Renegade ferma davanti alle Video News.
Signorina Borromeo, l’aspettiamo qui 
dove meglio si possono leggere i suoi pamphlets.

Non dicono molto 
ma rappresentano episodi di prosa spontanea.

Esterno. Campo vietato. Bandiere a mezz’asta.
Resiste in classifica 
L’Enigma della camera 622 di Joel Dicker.

Meg ha in mente un viaggio,
lasciando la speranza ai poveri e i copecki ai ciechi.

Un Webdesigner accese il PC 
per correggere i fogli di Criminal Found.

Rivediamo i Mondi di Oz 
anche se Turner lo fa di malavoglia.

Il cane bassotto
non trovò le tracce dell’assassino della piccola Maddie.

Tace la radio Deejay. Non c’è nessuno 
che ascolti gli Scorpions.

Tornano in gioco Hamm e Clov
nella Febbre del Sabato Sera.

-Volano i tweets. –Andrà tutto bene.
Ne sono sicuro-, disse il tutor su Instagram.

Si è fatto tardi. Silenzio blu notte
con flash mob lungo il colonnato.
Una farfalla muore sul poster di Guernica.

La guardo se mai dovesse volare via.
TM 22 è il numero del Call Center 
per vedere Shining di Stanley Kubrick.

-Manca l’attitudine a produrre verità e trarre un film-,
disse il critico all’autore della sceneggiatura.

Schermo piatto. Colore nero. 
Diffusione di lampade Led in Galleria.

Miss Klary stava dietro ad una storia 
dopo i dati dei sub plots.

Voce di fondo e inquadrature a fumetti
nelle mani di un viaggiatore nel mondo.

Dolly voleva riprendere il cielo con uno Zoom
e ricavarne una Metafisica.

-Va bene, puoi provarci. 
Saranno le nuvole a distrarti-,
disse Seanbook, manager del Progetto Outline
affiliato alla Green Company.


23

La sera del green cocktail
Miriam indossava foulard & pochette in seta.

Notte, profondo tunnel, nuovo buio
dopo le avances di luce nel quartiere 
dove Banksy aveva lasciato un viso afroamericano.

Di ritorno da Borgomanero
Kelly chiese una tazzina di caffè caldo
per stanare il freddo dalla gola.

Uno spaccato, tra prosa e poesia, mise in allarme
il dottor Faust con le cronache borghesi.

Fuori dal trekking ci aspettava la storia 
di Willy Monteiro Duarte.

Le luci brillavano nel borgo antico
dove i rischi per i topi erano all’apice della rappresaglia.

La stagione portò il battesimo alle Melinde
senza danneggiare i melograni.

Con lo slow dating abbiamo parlato con Clara
e la Signorina McClein, 
fatto il giro del mondo
chiedendo alla ragazza del Boogie Woogie:
-Will you be my Valentine-?

C’era nella prima pagina di Vogue
quello che tutti chiamano Love.

Altrove, palline di coronavirus
sembravano aghi di Pop Art.

Avere un coffee break è un momento di relax
quando capita di restare a casa
a guardare le opere di Giacomo Moor.

Il website raggiunge 10.000 click
tutte le volte che Clara scrive -Mio caro Nihil,
oggi ti sposo!-

24

Cara, Helodie, anche Penn Warren
sdruciva la vita come Eliot ne Gli uomini Vuoti
e in The Waste Land.

Avevano un tessuto di cotone stretch
senza un chiaroscuro per il domani.

-Dici bene, Mister Holl! Qui stanno i suoi occhi
affacciati alla finestra-.

I Textual Works scivolano nel buio dell’Ombra
per non seguire Finnegans Wake.

A fianco di Emma Rey 
abbiamo percorso The New England Primer.

Il fischio del corvo avvertì che era tardi
per una torta Masterchef.

Ci distrasse il profumo di Jessica
alle prese con lo strabismo.

Il mare esondava relitti di Kayak.
John ne prese uno rifacendo la prua.

Tra le increspature dell’anima
c’era un trolley senza fondo.

Il giardino non ha dato più fiori.
Le sorelle siamesi sono morte a Bunker Hill.

Non c’è terra alcuna che non abbia lapidi
da quando Elia naufragò nel mare.                       


25

Lei aveva previsto la luna rossa
come una torcia su un tratto di terra
di querce e baobab.

Margot, non ha più La gazza ladra
e il suo ritratto ha i colori di François Fabre
in questo declino di avventura
dove il pangolino è diventato il re dei cieli.

Nella conferenza sui giovani pipistrelli
si discusse su la Bella e la Bestia.

Prima che la luna sparisse
si ritrovarono i poeti di Books in English.

-Vorrei uscire da questa oasi-,
disse Toby, -senza abbandonare Gangs of London-.

Ora anche le nespole
gocciolano lacrime di stagione.

Una indagine segreta
ci portò in universi paralleli
nell’anniversario della Signora Mellor,
Troppi anni sono passati
in un silenzio da monaco buddista.
È qui, Maestro? È lo stesso di ieri?
E come ha fatto a ritrovarci nella sua pagoda
Eravamo in un giorno di pioggia a New York
e nessuno sapeva dove.


26

Il gatto si sdoppiò diventando una cassaforte Juwel.
La signorina Benoll non è lesbica.

Uno sherpa ha tagliato la vetta dell’Himalaya
e un serpente ha detto alla rana di volerla sposare.

Billy ha la criptovaluta cinese
e ora è miliardario presso la Banca SYZ.

Hai capito bene. Il mistero buffo
è di essere tutti delle matrioske.

Ah, ecco, ci siamo. Torna Bellavista
a oscurare la notte.

Il giorno e la sera si attaccano al collo
come le catenine.

Il 911 ha raggiunto il cielo e la Via Lattea
senza trovare il Killer.

Dai retta al Signor William
quando dice che la medicina ufficiale non è l’omeopatia.

Scrivi pure! Tanto nessuno ti ascolta.
Sono embrioni lessicali, estrogeni allo stato puro.

Paolo fa paragoni assurdi
con la sua ortodonzia da paratassi.

Si trincera dietro la chimica e la filosofia.
Non viene mai in piena luce.

Vuole per caso fare l’ermeneuta?
Di questi tempi è meglio tornare all’innocenza.

27

Il passero discute con la civetta.
La bugia è verità,
di nuovo il vestito cucito a punto croce!

Lady Koll sa da sé che l’automobile
è un pensiero in corsa sull’autostrada.
Quale storia vuol narrarci?
Ha per caso una storia? 

Ecco le ruote, i dislivelli,
le vernici antimuffa per il Kyrie Eleison.

Sentiamo cosa ne pensa Barret
dopo che ha trovato una serie di indizi.

La prova di una donna è mettersi su un divano
e leggere il Cantico dei Cantici.

Giulia voleva la bagna cauda con paprika e zafferano.
Lo Chef ha fatto lezioni di cucina green.

Tempi duri! Ma quando si fermeranno?
Parliamoci chiaro. Solo il lockdown può dare etichette nuove.

Ci piace il viso di Marie Christin Osselin,
Enologa di Moet & Chandon.

Tu dove scendi? A Milano? O in quelle campate di cimitero
dove non ci sono né caffè, né barman.

Rincasiamo dove la casa è nostra.
Mezzanotte. Guardiamo l’orologio 
senza la chiave d’arresto.


28

Andare a Parigi e fermarsi al Boulevard Saint Michel
dopo aver visitato Shakespeare and Company.

Mancavano i ragazzi dell’Ecole 
e il pensiero di Kristin Ross.

Il Signor Timberlan 
non aveva mai visto una Rivoluzione.

Due sprinter di colore gli ricordarono la sommossa
di Detroit come “the worst civil disorder”.

Con te rifaremo le entrate al Colosseo,
le finestre abbattute dal tornado
e i tombini divelti dai pick-ups.

Sarà come rimodernare la dentiera di Denise, 
wine maker nel blind pig.

Dory lasciò fiale di Tranex 
per i pensieri insanguinati.

Buonasera Emily.
Cosa la preoccupa? 
-Ho paura che si rompa la filiera-, disse,
-per questo preghiamo Sant’Ambrogio-.

Amo lo smartband, 
ciò che dice Hogan sul buco dell’ozono.

Ho ancora le carezze di Tonia,
Il concetto spaziale di Lucio Fontana.


Ormai non c’è più tempo.
Faccio fatica ad alzarmi.

Ci toccherà consultare l’oroscopo
per sapere se torniamo al Big Bang
o finiremo nei buchi neri.
Sebbene tu viva di green kitchen  
non sai come le volpi scodate abbiano una direzione.

Vorrei avere un amanuense
per rifare il Deuteronomio.

Proust e Marx dormono nel sottoscala
e la sera non scende mai su Philadelphia Inquirer.

Gli occhi non si staccano dai souk
dove vive la Tribal Art e niente è più come prima
neppure il morso dell’iguana e il Cotton soft.

Sono stati i graffiti a riportare indietro
il buio delle caverne.

Ora vorremmo soltanto restare in silenzio,
riflettendo sul tempo che rimane.

Quest’anno l’autunno in New York
è stato il più giallo tra i colori di Van Gogh.


29

Lasciammo via Adenauer per il fast-food.
Lo chef aprì bottiglie di Very Special
in attesa del canto delle sirene.

Nessy non voleva rimanere a casa
accanto ai fornelli e al gatto Grum.

C’erano affinità olfattive 
col bouquet di rose di maggio sul tavolino.

L’etichetta Caution consigliava un menù 
senza allergeni.

Citammo il Beaubourg dove si può trovare di tutto,
anche le donne obese di Botero.

La tua poesia, Mark, è un quartiere metropolitano
con fermate di frammenti e distici.

Abbiamo mandato alla Book Edition
ciò che serviva al London Post.

Il sostituto della morte naturale
ha un gran da fare per le vie del mondo.

McKinsy confessa di essere indecisodi lasciare la vecchia trattoria 
per una Coop o GLS. 

Dicono che questo sia un paese di cerbottane
e filosofie truccate.

Ti prepari all’ira dei gatti
senza avere un bodyguard.

Amante di abiti patchwork,
Candy preferiva una vita con arcobaleni.

La zanzara non c’entra nulla con gli ematomi.
Chi ti appassì, Florence, 
fu solo il new entry dell’anno bisestile.


30

Ti sei incantata al Pensiero magico di Joan Didion 
negli scaffali di Air Press.

Charles ha idee chiare sul report day
anche se arrivano civette.

Bulldozer cingolati aprono la terra
e ne fanno una biblioteca di short stories.

Le proteste del Black Lives Matter
hanno toccato l’insolvenza dell’Essere.

In Edicola c’è Baudelaire con 46 pagine
da: I fiori del Male con L’albatro e Inno alla Bellezza.

Che se ne fa il Signore del fiotto di anatemi
che sale ogni giorno ai suoi diletti Serafini?

Ora tutto diventa più chiaro
anche la condanna del Giudice Arnet
 e la Walkiria diretta da Jacek Kaspszyk.

Rivisitiamo il post sulla Piccola suite in rosso maggiore
di Ritsos, affiancando Mirella ad un altro restyling
prima di seguire la nuova serie in TV su Yellowstone.



APPUNTI CRITICI

“Siamo passati nel giro di pochi anni dal telefono fisso, quello di casa allo smartphone digitale che tutti abbiamo. È stata una rivoluzione come nessun’altra nella storia dell’homo sapiens, e non ce ne siamo neanche accorti, così si continua a fare quadri figurativi e pubblicare poesia delle ambasce dell’io, si continua a fare romanzi thriller di una banalità da banausici e story telling in quantità. Leggere queste composizioni di Mario Gabriele ci fa capire la distanza che abbiamo percorso senza che neanche ci muovessimo, ormai l’italiano è diventato una lingua secondaria, l’inglese è passato da una penetrazione osmotica e lessicale ad una colonizzazione dell’italiano, ad una lingua intessuta con la stoffa e l’ago degli anglicismi; ma nel cataclisma non c’è nulla di cataclismatico, come nella catastrofe non c’è nulla di catastrofico, è tutto normal, è tutto classic, anche il linguaggio di Mario Gabriele può essere considerato un classico, questo è il linguaggio che parlerebbe oggi il Principe di Salina de Il Gattopardo, un linguaggio fitto di twitter e di frasari sms e di facebook. È che oggi anche il papa s’è dovuto inchinare ai tempi e parlare un linguaggio terrestre abbandonando qualsiasi posa ieratica e chierucume.”(Commento critico di Giorgio Linguaglossa).
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“Nelle poesie di Mario M. Gabriele ci puoi trovare quanta più Europa che nei romanzi italiani che escono in un intero anno. Mario M. Gabriele fa poesia europea… e lo fa perché ha introiettato quel linguaggio elitario ed esoterico della poesia europea di Eliot e lo ha trasportato nella penisola al di sotto del Rubicone”.(Commento della Prefazione di Giorgio Linguaglossa a L’Erba di Stonehenge, Edizioni Progetto Cultura pag.12. 2016).
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“Compito del poeta è convocare le babeliche folle testimoni del tempo, trasformarle da ammassi di detriti in figure espressive, tentare l’impossibile dialogo. Risulta un corso inquietante”. (Eugenio Lucrezi, da: La Repubblica, Redazione di Napoli, Sabato 15 giugno 2019).
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“Prosa sciolta e accattivante ironia intelligente seppur sotterranea forse per sdrammatizzare la tragica situazione attuale, ma anche un tentativo per affrancare la parte migliore dell’umanità. E non a caso il breve racconto si rafforza dall’elevata grandezza interiore di certi personaggi anche negativi.” (Giorgio Moio). (Riferimento critico al testo con l’incipit:” Un cocktail di Bull Shit inaugurò l’anno cinese delle candele” su Altervista del 21 maggio 2020).
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Di Mario M. Gabriele, il fatto che leggendo una poesia ne leggi una decina. Le sue mini-immagini, le mini storie – ognuna bastevole per altri a ricavarne composizioni che ribadiscono nei versi quanto si è già compreso dalla prima nominazione. Un terzo di verità, più due, se va bene, di superfluo – Invece Gabriele passa repentinamente ad altro: perché così fanno i  pensieri, è questo il loro reale andamento nella mente. E non solo nella mente di oggi. Viene fuori, insomma, l’imbroglio della scrittura, che col pensiero ordinario non avrebbe a che fare. Ma questo è nella poesia di nuova ontologia estetica; così come nella meditazione, allorché ci si accorge del codino di un pensiero che se ne va… e quello nuovo che si presenta, già diverso.
Nel libro “Registro di Bordo”, Mario Gabriele offre una sequenza di distici adatti per chi volesse intraprendere una dieta letteraria. Lì è proprio maestro. Al secondo step della dieta andrebbe considerata la semplificazione della lingua accademica: operazione assai complessa per chi già abituato a scrivere su tastiere di più ottave. Sanno, avvertono, che oltre le estremità del linguaggio ne va della piega dei pantaloni. Di Gabriele – ma da subito, la prima volta – ti accorgi che le poesie nuove nascono classiche: la compostezza della versificazione, la lunghezza stessa delle composizioni, mai oltre la media capacità di mantenere l’attenzione… presupposto questo per una pop poesia, che di nuovo avrebbe la capacità di non complicare la vita, da quando si è fatta talk show. Quindi arriva facile, anche perché le citazioni sono sonore (lo diceva Pound, delle sue). Il nuovo getta l’ancora nel classico. Sicché lo capiscono non solo gli altri nuovi, ma anche, tra i più attenti, i poeti di sempre. È l’evoluzione. (Lucio Tosi) – da L’Ombra delle parole del 18 febbraio 2021.
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Il luogo creato della poesia è tanto concreto da essere abitabile, e il lettore ha la sensazione (forse vera) di poter vivere in ogni parte, o interstizio, scovato, e ‘abitarci’ dentro, tra una frase che fa parlare e una frase che scrive, dentro quelle frasi, in una parola imprevista, tra quella parola e la precedente o la successiva in ‘assenza’ di legame, che pure le lega. Accade anche tra una strofa e l’altra in uno spazio che ha il sapore specifico di un salto spaziale e temporale insieme (già la prima e la seconda strofa sono emblematiche). 
Uno spazio che è un luogo che tradisce sé stesso, già offrendo ampi ‘brani’ di quella Terra. La ‘stanza zero’ allora sembrerebbe vivere al di fuori e sulla Terra, ma il tutto sempre in questo assentarsi delle ‘cose’. Ed è la mente a vivere, abitare, in quelle zone del testo, del concreto (desuperficializzato), e li trascorre il tempo avanti e indietro nello spazio del testo, andando per diversi tempi nascosti in anfratti oggettuali (il testo ha diverse fisicità di assenze – di assenteismi! – che dilatano o accorciano il tempo, lo allungano o lo restringono, e la mente viaggia con esso). 
L’attenzione mentale che serve a viaggiare in questo luogo assenteista della poesia (come fuori e dentro quella scatola) è tanto piacevole quanto il luogo ricco di micro-accadimenti che è la mente (dello scrittore quanto del lettore) a scoprire su di sé, diventata un oggetto fisico, nel ‘lasso’ di una poesia, in un prolungato (quantizzato) assentarsi dello spazio-tempo.
Diciamo che in questa poesia c’è anche una componente concettuale che riguarda i ‘personaggi’ (che sono, anche loro, simili a una sparizione piuttosto che a una affermazione) poiché la mente cerca in loro, nel loro rapporto, una logica, che immediatamente frana, cade, non completa la sua costruzione, pur attribuendo loro di volta in volta caratteristiche differenti, in ipotesi che non si stabilizzano. La mente allora rovescia la questione e crea una logica tra elementi non finiti e non finibili, e concepisce qualcosa dal crollo della concezione stessa. Questo crea nuova assenza e ulteriore abilità e ulteriore dinamica nell’intermittente presenza delle ‘cose’ e della ‘cosa’ del luogo.
(Jacopo Ricciardi – da “L’Ombra delle parole”, come commento critico sul testo - Il gatto si sdoppiò diventando una cassaforte Juwel – tratto da “Horcrux”).
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Leggendo la poesia di Mario Gabriele prendiamo atto che siamo arrivati a buon punto nella discesa nel nichilismo. Nella sua poesia cogliamo la poesia nel punto più profondo di quell’auto annientantesi nulla nel quale consiste. Gabriele intende bene che non c’è nulla di serio nel Museo delle collezioni, il nostro mondo è diventato un Museo delle ombre (le collezioni) che comunica con il Museo della spazzatura, C’è un collegamento tra i due Musei. È l’eleganza con cui Gabriele pone nel nulla il nulla ciò che fa la differenza… mai una parola, una allusione sulla sua persona, all’io, mai un accenno a quell’involucro che contiene il nulla, con buona pace del pericardio accarezzato e coccolato dai poetini del pericardio e della pericardite e della peritonite. Dalla lettura di questa poesia ne usciamo fortificati, ne esco fortificata. Lo stesso mi accadeva quando leggevo la poesia di Mario Lunetta, e bene ha fatto Vincenzo Petronelli a ricordarlo. Lunetta è stato probabilmente il poeta italiano più importante dopo la generazione dei Pasolini. Auguro a Mario Gabriele di poter essere riconosciuto non soltanto da noi abitanti dell’Ombra ma anche dagli abitanti dello stivale poetico come il poeta più importante di questi ultimi decenni, so che quel che dico risulterà ostico all’uditorio dei poeti del pericardio e della pericardite, ma è quello che penso. (Milaure Colasson – da “L’Ombra delle parole”, come commento critico al post su Mario M. Gabriele, Poesie n. 35-41, da Remainders, Progetto Cultura, 2021.
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La poesia di Mario Gabriele si manifesta quale unico corpus esorbitante e anomalo nelle poetiche contemporanee, atto artistico e filosofico, o per meglio dire estetico, meta-poesia e gioco d’artificio epistemologico di profonda portata ontologica. Poesia dal futuro, di chi si è tirato fuori dall’emergenza storica, e guarda a distanza dalla prospettiva del drone che sorvola le “diescta membra” della civiltà umanistica e artistica novecentesca. Eppure, qui si tratta di “rimanenze” fossili, sebbene così contigue ai nostri indirizzi, alle nostre abitazioni culturali. Poesia civile in quanto caricata di tritolo critico pronto ad esplodere. Scrive bene Marie Laure Colasson: «una poesia altamente civica perché corrisponde al numero civico che abitiamo, un numero ipoveritativo…». 
Poesia dal vuoto, anzi frivolezza del déjà-vu, direbbe Baudrillard. Poiesis confinante, come scrissi in altra occasione, con esperienze artistiche contemporanee di matrice neo-concettuale, si pensi a certi esperimenti di Anish Kapoor, alla monumentale messa in opera del vuoto delle sue sculture, per esempio. Eppure, sostanzialmente diversa: ogni sintagma, frammento, citazione implicita od esplicita, registrazione o traccia comunicativa, (cesellata dalla materia grigia di una continuata interferenza cacofonica di comunicazioni “usa e getta”) è frutto di grande perizia poetica.  Una consapevole «decostruzione riflessiva» come ha scritto Linguaglossa (che ha il grande merito di un profondo lavoro ermeneutico sulla poesia di Gabriele). In “Remainders” si opera per riciclaggio di scarti e materiali inerti ma anche di simulacri e prodotti, e la Poesia Kitchen, trafugando simboli, marche di prodotti, fantasmi, cartoni animati potrebbe funzionare come un’analitica strutturale nel nostro esistenziale.
Perfezione delle forme effimere. Efficacia del paradosso: nel ciclo delle apparenze (e nella moda), scrive Baudrillard, si ritrova quell’innocenza che Nietzsche attribuiva ai greci: «loro si sapevano vivere; per vivere occorre arrestarsi animosamente alla superficie; all’increspatura della scorza, adorare l’apparenza, credere a forme, suoni, parole (..) Questi Greci erano superficiali – per profondità!». Allora buona vita al grande Mario Gabriele! Un giorno ideale sarebbe come il Mistero buffo di Majakowskij. Abbiamo dovuto rimandare ad altra data il fumo degli arrosti. Questa estetica del Nulla fa risvegliare Fedro e Felix Vargas. Si vis pacem, para bellum. (Letizia Leone, Ombra delle Parole, 12 giugno 2021).