La ragazza playstation
riportò a casa gli avanzi della festa.
Eravamo sicuri che avrebbe insegnato tutto
al piccolo Morrison.
Era come un antidoto nel giorno
del nostro scontento.
Al signore che lavorava in albergo
chiedemmo cosa bisognava fare
per dare la caccia al lupo e all’agnello.
Provammo sulla pelle il profumo di Vichy
dopo Suburra e le fantasie minori.
Abbiamo un Pantheon con polittici
e parafrasi. Solo grazie al Rettore
di Psicologia Sociale evitammo metafisiche.
Carissima punk,
oggi è il giorno della riverenza
e delle Decolletées.
Asimmetrico nei giri di lana
stava il piumino oversize camoufflage,
Un performer riportò
con i videogiochi
concerti per solitudine e psicometria.
Abbiamo accettate le cure, dottor Moon,
ma non vogliamo essere una chat
per dire stiamo bene col Tramadolo.
C’è un team che progetta
viaggi interspaziali dopo secoli
di cielo coperto e di croci sulla collina.
A casa nostra accadde un giorno
che un clochard picchiasse alla porta
dicendo: I am poor and I have no Paradise.
Grazie. Poesia che arriva umana, dolce e bellissima. In ogni momento perfetta. ( Finito gli aggettivi, che già ne avevo pochi 🙂
caro Lucio,
il problema per un poeta è il linguaggio. Credo che bisogna sempre fare un passo alla volta e subordinarsi ad una nuova esigenza interna ed estetica. Ho letto su l’Ombra una pagina a te dedicata con poesie di ottimo livello, come Woody Allen ed altre che ho a suo tempo cristallizzato nella biblioteca di Altervista come Nuova Ontologia. Ma tu quando pubblichi un libro? Ti comunico che il mio amico GIORGIO MOIO è direttore editoriale di poesie , che se ritenute valide, le pubblica gratuitamente. Prova a contattarlo. Un Abbraccio MMG.