FAVELAS di LUCIO MAYOOR TOSI

Favelas.
by Mayoor Lucio Tosi

La copia della copia di Narciso sventola
sul fiume rievocato di una reclam.
Nel sottopasso Margerita si rifà le ciglia.

(Uno brucia tutto quel che può durante il giorno
e la sera brucia se stesso. Il programma
è talmente perfetto che l’incognita ingigantisce)

Quindi, mentre il veleno affonda tra le vesti di Margherita
anche il suo ritratto impazzisce. Non una smorfia
ma il dettato seducente della verità mentre gioca

col rossetto. E scrive t’amo, come fosse carnevale
alle favelas di Rio De Janeiro. I ragazzi senza lambretta
le passeggiate su blocchi di cemento e nemmeno un bar.

Ho lasciato un pettirosso tra le fauci dei dobermann.
Non so come districare l’arsenico dalle ciglia.
Correre in soccorso alla luna che non ce la fa.

Ps. La foto: è di una ragazzina che non c’entra nulla con questa poesia. E’ il volto di Ciara Meyer, uccisa per sbaglio, “…. dove nel corso di uno sfratto un poliziotto ha ucciso una ragazzina di 12 anni. Secondo quanto riferito dai media americani, il padre della vittima, Donald Meyer, 57 anni, aveva puntato un fucile contro l’agente”.«Ma tutto questo ora non ha importanza» mi sta dicendo Grey. «Fammi una foto».

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