A Giose Rimanelli
Graffiti riaffiorano nel tempo.
Ur –Macchina giace nel cassetto
”manoscritto inutile” e poi Detroit Blues:
agonia di città del 67, con 43 morti, 657 feriti,
7.700 arresti, 682 incendi, tra dolore, esilio, rancore,
tu,Sonny Boy e Alien, passenger tra Città-States
e Regione-Mondo, lontani dal “crudo Molise”
come un fossile del passato.
A sentire Hewitt dopo We Took Our Paradise,
si direbbe una storia di sangue e amore
tra i Bloods e i Crips per una ragazza di nome Maria,
che ci ha aiutato a vivere
con le parole che sono state lampade accese
come lucciole nel giardino di Laura Marcello.
Le Terzine estorte dal silenzio,
chi le legge, Giose? sono viadotti dell’anima:
“….adesso , nel mezcal, quella tua cura
insana nel rimescolare amore
-puerta del ser – con quanto trasfigura
o infogna, il breve ponte del dolore,
ma il viaggio va al di là della figura,
oltre lo scandire battito delle ore”.
Non abbiamo un’àncora di salvezza
nè piroghe per attraversare il mare.
America di Caryl Chessman e Martin Luther King,
di Angela Davis e dei Black Power.
Ma sempre americano è il condor dell’Oklahoma!
Un nero fumo di fuoco
avvolge questa estate di rogo Fahrenheit.
E’ orribile, Giose!
Anche Il diavolo Babalù fa festa
nei boschi e nelle valli di questa Italy
dove Il tempo nascosto tra le righe,
e Il tè in casa Picasso,
celano l’ansia e il volto di Bambolino,
eccetto domami: appeso a un filo.
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Graffiti, Ur-Macchina, Detroit Blues, Le terzine estorte dal silenzio, Il tempo nascosto tra le righe, e Il tè in casa Picasso, sono opere di Giose Rimanelli, professore emerito di Italiano e di Letteratura Comparata all’Università di S.U.N.Y. a Albany, nato a Casacalenda (Molise).