OMAGGIO A GIOSE RIMANELLI di Adeodato Piazza Nicolai

OMAGGIO / RICORDO PER GIOSE RIMANELLI

 

Caro Mario Gabriele,

“Quando si parla di poeti e scrittori esclusi o dimenticati…” tue le azzeccatissime parole riguardo a Giose Rimanelli; hai descritto le realtà di tanti autori italo-americani. Di una emarginazione che ferisce mortalmente, che aliena ancora di più dell’esilio stesso; il pane così è veramente acerbo, senza sale né ragione. Correttamente dici che più di “frattura” più di “faziosità” si dovrebbe parlare di “divisività” (o di campanilismi) che storicamente hanno disfatto il senso di unità nazionale. Per l’artista non esiste un microcosmo; lui/lei abitano nel cosmo – senza razzismi, etnie, menefreghismi che spaccano il tessuto socio-cultural-letterario.

Ho conosciuto Giose a una Convention di autori “italo-‘mericani” tenuta a Chicago negli anni ’80. In lui ho trovato il “fratello maggiore”, un mentor in tutti i sensi: emigrante, poeta, saggista, romanziere. Ci siamo scambiati varie lettere ed email. Ha facilitato la pubblicazione delle mie prime poesie. E’ sempre rimasto aperto al dialogo, a regalare consigli, condividere qualche barzelletta etnica, le sue esperienze dolorose come nemo profeta in patria (sia nel Molise che in America). Simile all’apertura altruistica di Alfredo De Palchi, che ho conosciuto alcuni anni dopo, così Giose ha sempre aiutato e sponsorizzato giovani autori di ogni nazionalità, non solo quella italo-americana.

La cultura di Giose era multiforme e profondissima. La sua mente, il suo cuore abbracciavano tutti e tutto. Era un lettore instancabile, senza pregiudizi. Una apertura, la sua, che ha tramandato a tanti di noi.

Il plurilinguismo di Giose non era costruito soltanto della sua lingua madre molisana, dell’italiano e dell’adottato americano; leggeva autori ispanici traslocati negli USAe anche scrittori e poeti europei, da Yeats a T.S.Eliot, da Brecht a Pasternak e altri poeti russi; dai poeti francesi a quelli ungheresi e polacchi, per citare alcuni. Una vastissima conoscenza e passione scorreva nel suo sangue.

Della sua terra amata/odiata, l’America, non aveva paura né di elogiarla né di criticarla. Mi ricordava “Zio Ez” (Ezra Pound) e Pier Paolo Pasolini e più tardi alcuni poeti della Beat Generation. Tuttavia il suo plurilinguismo, sempre attuale e piccante, era veramente originale, verso la fine maturato in una sua lingua mythos.  Ma sono nei Cantica di Rimanelli, creati fra 1964 e il 1993, dove il poeta «tenta di decifrare i segni e i segnali di culture diverse in un mondo visto con gli occhi di “Alien” (Alieno, come E.T.?).  un documento etico-ideologico e linguistico-formale tra i più significativi, che globalizza l’esistente in un canto epico di rara tenuta ed efficacia . La verità è che Rimanelli è rimasto legato alle sue radici molisane il concetto di una “Meridionalità” che, per sua ammissione, va estesa anche ai poeti non residenti in Italia “che hanno però cantato un’unica e comunale pena un’unica e regionale gioia, unisona e corale nel-l’antropologica ansia di ritrovare il germe, le radici”,…». [1]

 

                       MIO CARO GIOSE

                   hai letto/limato/ritmato

                  i versi di questa generazione

                  esiliata negli usa-e-getta

                   amercani: ghetto e piazze

                   palazzi favelas baracche;

                  quartieri di Chicago New York

                  Filadelfia Louisiana Montana.

                  Lungo il Mississippi, Hudson

                   Missouri, il Wabash; praterie

                  del midwest, lande del farwest,

                  sulle sabbie della Death Valley.

                  Come Walt Whitman cantavi

                   dolori storture inciuci bellezze

                  di questo Paese gigante

                  affratellandolo al tuo Molise.

                   Amato fratello, rimani sempre

                   fiamma d’amore nel cuore.

 

                   © Adeodato Piazza Nicolai

 

[1 ] Saggio di Mario M. Gabriele, “GIOSE RIMANELLI”,  pg.1 © 2018 Diritti Riservati

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Un commento su “OMAGGIO A GIOSE RIMANELLI di Adeodato Piazza Nicolai

  1. Luigina Bigon il said:

    Sempre eccezionale Adeodato nel dare voce ai tanti ricordi di Giose Rimanelli, ricordi che hai sempre condiviso, e condividi, nelle nostre molteplici intense conversazioni. Veramente un grande poeta-uomo, GIOSE, che affiancato a De Palchi, e aggiungo anche te, formate quella “triade” di giganti Poeti della DIASPORA. Poeti sanguigni! Poeti pregni del vissuto che trae linfa dalle radicate radici dal forte aroma di terra, Poeti che sapete trasmettere in poesia quell’energia piena di bellezza e umanità illuminante che arricchisce tutti noi.
    Grazie Adeodato!
    GRAZIE alla TRIADE!

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