INEDITO DI MARIO M. GABRIELE

Tra me e te si era messo il Bikepacking
fino alle cime di Lavaredo.

Fu un impulso la scintilla del Fire
che portò con rituali da chef alle tipiche basche.

Cosa avvenne dopo fu questione di feeling
e di sartoria Ermenelgildo Zegna.

Alla Bottega Etrusca ritrovammo ampia creatività
con un tracciato della Storia e di Peenemunde.

Dimentichi le parole Eros e God,
ma cerchi sempre uno stile DEM nei negozi della OVS.

La strategia del Bomber è sentirsi in azione
24 ore su 24.

Abbiamo salvato il giardino delle rose
dagli attacchi delle truffe gang.

Ritrovarsi nel blu la sera di Agosto
è inseguire le stelle di San Lorenzo.

Sette ritratti d’Autore hanno rimesso in circolo
la  Nouvelle Vague con T-shirt senza marketing.

Ora posso dire che la Renegade 4×4
mi ha salvato dall’inverno.

Con lo smartphone ti ho rimessa nel display
rimanendo sempre viva.

Il nostro canto libero è ricordare Portland, Oregon
come una nuova Detroit.

Ci muoviamo col review
tra colonne sonore e algoritmi.

Qualche eco rimane come musica degli anni 80
con i  Boogaloo Boys sulle tracce di Angela Davis.

 

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3 commenti su “INEDITO DI MARIO M. GABRIELE

  1. Nella poesia di Mario Gabriele viene messo in scena un ventaglio di fantasmi, si aprono al lettore le porte dei fantasmi e dei simulacri, c’è un vero e proprio repertorio di simil maschere e di maschere, di feticci e di totem messi lì apparentemente alla rinfusa e invece sapientemente dis-locati secondo le necessità della poesia buffet, dove ci trovi di tutto e il lettore deve soltanto scegliere la marca dell’aperitivo e il tipo di tartine da ingurgitare. Tutto ciò al tempo stesso rende visibile l’incoerenza di questo supporto fantasmatico e la gratuità irrazionale del nostro modo di vita basato su quei supporti fantasmatici che si rivelano per quello che sono, dei surrogati, dei simulacri di feticci e di totem in disuso. Dalla «sartoria teatrale» del tardo Montale siamo passati alla «sartoria Ermenelgildo Zegna», il che non è poco, anzi, è tanto e ci dice molto sul mondo di oggi, sulla inibizione di massa e sulla repressione di massa non più necessarie in quanto non più inibite alla meta, come diceva Freud, ma inibite all’origine.

    • mariomgabriele il said:

      Devo dirti, Giorgio, che quando mi avvicino al buffet della poesia cerco di scegliere sempre tutti i prodotti a vista del cliente, per incamerare un cocktail armonizzandomi con i dati esterni come maison de vivre dentro le quali o vivi o sei morto.Questo maledetto Covid mi fa uscire dal pozzo dei miei remainders una oggettistica tra le più variabili, che accomuna guanti, fumo nero, griglie per le braci, piastre per hamburger,attizzatoi con pinze e rastrelli, palette e spray per togliere le muffe dentro di noi. Se questi sono gli oggetti, non mancano i soggetti primari che più sono al centro del nostro vivere, rievocando i tempi, formalizzando lingue multiple, eventi dinamici e storici come revolution di fronte al domani e al nostro essere, qui e ora. La politica in campo non si connette con la poesia, anzi la esilia. e noi la rivitalizziamo al ritmo del gioco in camere chiuse. Questo è il nostro buffet dove bere spremute di limone lasciandoci in bocca un retrogusto amaro. Grazie del tuo commento sempre adeguato ad ogni mia esposizione poetica.

  2. Vi è un marasma di citazioni nominali, in luogo dove altri, me compreso, vanno a riempire con parole. Appartengono alla contaminazione ma non sono nomi estranei: il soggetto contaminato mette le cose della vita tutte sullo stesso piano, quindi ha l’agio di contemplare; perché ogni poesia di Gabriele a me sembra un raffigurato d’insieme, in variazione di forme, colori e attenuate emozioni. Così è l’insieme, un non potersi soffermare per mettere a fuoco; quindi partecipare ma solo in attimo di tempo. Poesia senza inizio, senza fine ma anche senza centro. O multicentrica. Ma poesia nel senso più antico, in quanto a combinazione di immagini, senso e genialità non interpretativa (all’insegna del laissez-faire). Immune a psicologismo invadente, l’azione introspettiva si serve dell’esistere quale fattore di per sé sufficiente, e già fin troppo impegnativo. Si intravede una via di saggezza, non meglio definita (rifugge a ideologia), ma è pregna di amorevolezza.

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