I am, I am not
cosi parlavi con la tua lingua inglese,
Shakespeare di Stratford,
che tra attori e mercanti,
in una Venice di colombine e Carnevale
dove passano navi veloci e gondolieri,
e Rosemary Forbes Butler
canta alla Summer School le tue storie
dove tracciasti le vene del mondo
che sempre sono state le tue croci,
anche per Dory che le porta addosso
come un vestito tutto l’anno,
quando gennaio rivuole le scarpine
per passare oltre la neve,
in un transito fuggevole di cose,
non scriveresti più I am, I am not,
se tornassero anche Macbeth e King Lear
a dirti: You are also a ghost!
come Clara quando ricorda le tue frasi:
-Ama follemente, ama più che puoi,
e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato
e sarai innocente-.