INEDITO DI MARIO M. GABRIELE tratto da “Reperti metropolitani” di prossima pubblicazione

La frase di Letizia Men
divise il romanzo in due Capitoli
sebbene Elisabetta Polansky
trovasse talento e coraggio tra le femministe: 
un modo per essere sui media
e nella scuola del futuro,
non dimenticando il collettivo indigeno.

Chi raccolse i dati su 25 anni di reportage
li trasmise all’Herald Tribune di Chicago.
Le mini storie sui social
divennero uniche al mondo
come le identità virtuali.

-Dottore, ho disturbi alle ossa.
Mi dica cosa devo fare?-
-Retroceda nel passato.-
Così andai con Bruman
a puntare sullo Zero
nel circolo degli Universitari.

Nessuna voce nella più miserevole
caduta sul selciato.
Battuta d’arresto.
Non c’era più un Io errante
ma la bava dei sogni battuti a fior di pelle.

L’identikit era cambiato
Questo Signor Gruman, dissero i gufi e i corvi
è il nostro fast food.

Riapparve la Primavera.
Chi occhieggiava voleva sapere tutto
sugli ologrammi.

La retina è a posto? 
Ma come si sono ridotti i capillari! 
Possiamo prenotare una suite sulla Grimaldi?
O andare sul pickup alla Fiera del libro
senza pensare alle pagine da Fahrenheit.

Cambiai il buio in azzurro. 
Ma fu solo un attimo.
La signora di buon costume
attaccò discorso dicendo: 
manchi da molto tempo nella casina delle rose.
Le risposi: non ho più un lasciapassare,
né un account per una chat love.
Help Me, Help Me Help Me.
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