INEDITO DA HORCRUX

 

 

 

 

 

 

 

Violet
era entrata in un’altra primavera.

Quella che lasciò
non le permise di vedere il panorama,
né di fare selfie ai ghost.

Il Pick Up offriva servizi a domicilio
con probiotici e superfood
lasciando depliants per le vie.

Nella casa di campagna
l’idropittura aveva perso colore,
così pure il cartongesso.

C’era acqua nel salotto
e sulla lettiera del gatto Miù.

Come spiegare a Jenny
che non c’è un New Deal
se si rompono i ponti?

Woody Allen non sa più dove cercare
Kerouac e Leonard Cohen.

E’ appena uscito Black Widow
con Scarlett Johansson,
rossa più di un Biopoint -Body Care.

Quello delle ombre
è un voodoo contro Lemor
per non fare incontrare Isabell
a Fort Knox.

Signor Winston,
domani chiude la casa di riposo:
“Villa Serena”.

Le conviene tornare nella mansarda
a parlare delle città in fiamme
nel Sud Dakota.

I videoclip
anticipano l’apertura della Biennale
con la pop art di Keith Haring
presentata alla Tony Shafrazi Gallery
di New York nel 1984.

Il mondo non è nostro,
ma è come se lo fosse.

Benson ci farà sapere
sui disturbi della vita.

Perché preghi? Non lo so.

Le figlie di Kromm
noleggiano taxi e risciò
per fare da filtro ai nativi del Bronx
su Nietzsche ed Heidegger.

Il buffet è vuoto.
Aspettiamo il rider.

Erano partiti dei live stream
unendo passato e presente
con l’etichetta  

          GOOD TIME.

La quotidianità
ha lasciato versi kitchen
in un solo Coup de Théatre.

Mi chiamo Giusy Bell,
ho 25 anni e sono bioestetista.

Di questa esperienza farò un pamphlet
ad alto rischio e basso rendimento.

C’è una coverstory su Nemat Shafik
che mette in subbuglio i vecchi patti sociali.

Giusy attaccò manifesti sui muri
con la scritta:
Dream like freedom
e fu un grande party con Banana Jhon
e gli Urban Bouquinistes.

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Un commento su “INEDITO DA HORCRUX

  1. caro Mario,
    è che il nuovo quadro storico simbolico emerso dall’attacco del 11 settembre alle Twin Towers e giunto ad un epilogo con il ritiro dell’armata americana dall’Afghanistan ha comportato un cambiamento radicale della situazione geopolitica del mondo, del suo immaginario e del suo simbolico.
    Il vecchio linguaggio poetico che abitava il mondo precedente alla distruzione delle Twin Towers oggi appare svuotato di significazione, appare un linguaggio plastificato, de-storicizzato, inabile alla raffigurazione del mondo di oggi. Il populismo e il sovranismo che ha invaso il mondo occidentale (da Trump al governo Conte1 qui in Italia) ha reso evidente che il mondo di oggi richiede un nuovo linguaggio da parte degli artisti, un linguaggio da «campo aperto e largo» dove non hanno più vigore le categorie della antica letteratura, dove non siamo più in una situazione di duopolio e deuteragonistica: Avanguardia-Retroguardia, categorie di derivazione militare che appartengono ad un vecchio mondo ormai tramontato. Oggi non è più possibile poetare e scrivere con un linguaggio «frontale», quello che usano gli autori di romanzi e di film gialli, quella cosa lì è propria della bellettristica letteraria. Un esempio evidente di questa de-letteralizzazione e de-simbolizzazione è fornito dalla tua scrittura poetica:

    I videoclip
    anticipano l’apertura della Biennale
    con la pop art di Keith Haring
    presentata alla Tony Shafrazi Gallery
    di New York nel 1984.

    Il mondo non è nostro,
    ma è come se lo fosse.

    Benson ci farà sapere
    sui disturbi della vita.

    Siamo finalmente usciti dal «campo stretto» della poesia di uno Zanzotto e siamo entrati in un discorso poetico da «campo aperto e largo» tipico della tua poesia, dove, è evidente: manca un «luogo» attorno a cui sviluppare il discorso poetico, non c’è più un riferimento centrale, intendo l’io plenipotenziario con le sue adiacenze e le sue pertinenze ma ci sono innumerevoli punti di vista e di orizzonti che si aprono.

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