INEDITO DA CAMBI DI STAGIONE

Passo dopo passo, strada facendo,
fu Dora Gray ad aprire la mente,
luogo infernale,
non importa se di fuoco
come nei boschi dell’Amazzonia,
ricordando i fratelli Din,
per poi doverli lasciare
in dimore appassite
come le stagioni d’autunno.

Chiamali come vuoi,
Felix e Gil,
guanti di velluto alla Scala
nel concerto di Maurizio Pollini,
prima dell’orrida vallata,
senza luci e colore,
così parlando, così dicendo,
col minimo sottovoce,
come dopo una faringite;
mica sai dov’è la tirannide nel cielo?
dove si nascondono gli anni, i secoli,
la grande fornace del Nulla,
tu mi parli solo di visioni di sventura,
di Crack a London City,
calcoli la vita e i crimini,
gli uomini puma,
l’ecosistema al punto crush,
qui in famiglia è finita la magia.

Viene Evtuschenko parlando di Satchmo:
-continua a suonare, rallegra gli angeli,
perché i peccatori all’inferno non soffrano troppo
la tortura.- rallegrando Titiana Rubinova
dalla troppa neve caduta sulle dacie.

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2 commenti su “INEDITO DA CAMBI DI STAGIONE

  1. Carlo Benedetti il said:

    Ho letto qualcosa su l’Ombra delle parole, ma ciò che mi ha colpito di più, sono le irriverenze linguistiche di coloro che si accingono a esibire pensieri advance, senza alcun rispetto per i lettori e per chi spera in un rinnovamento senza l’utopia della palude. Oggi mi trovo di fronte a questo testo di Mario Gabriele, che mi ripaga da tanta delusione di pseudopoesia in giro sul mercato e sui Blog, di cui veramente non ce n’è bisogno..

  2. Franco Minetti il said:

    E’ stata una fortuna, caro Gabriele, quella di uscire dalla Rivista L’Ombra delle parole, perché a leggerla bene ci sono soltanto fumisterie poetiche ma anche critiche, come quelle espresse da Giorgio Linguaglossa, che lo vedo molto bene dedicarsi ad altre cose piuttosto che fare il Giustiziere di un mondo che non ha bisogno delle sue esternazioni.

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