CONFLITTUALITA’ ESTETICA

Usciti dalla stasi poetica del XX secolo, si sono venute a formare proposte poetiche polimorfiche, giungendo ad un mercatino delle lettere, contestatario delle varie fasi della tradizione, immettendo falsi ottimismi per una continuazione della poesia caratterizzata da una economia linguistica fatta di frammenti e distici, tutti di ebollizione mentale, surreale, con la conversione verso una paraletteratura separata dall’elegia e dall’IO personale, per una Nuova Ontologia Estetica e Poesia Kitchen da istituzionalizzare come conversione verso la dimensione dello stereotipo.

Siamo nel luogo dove chi gestisce un Blog o una Rivista, fatta di continui flussi e riflussi e di surrealismo eccedente l’accettazione del lettore, si erge a bodyguard recintando il suo territorio di infervoramento dottrinario con forme di scrittura tra le più corrive esistenti.

Non è solo questione di corrispondenza tra il lettore e il poeta, quanto di appagamenti personali e soggettivi del poeta stesso che prova e riprova, si porta a livelli inferiori di preparazione e maturità.

Scorrono dinamismi estetici tra i più variabili fatti di misture chimiche e paragoni surreali nei testi di Intini e in quelli di Linguaglossa, che nel fare poesia si perdono nella descrizione delle cose citando un mucchio di oggettistica come fosse un rapporto da ispettore Callaghan, col solo scopo di fare intrattenimento letterario. Ci troviamo in una situazione dell’inconscio che diventa liberazione della propria personalità in una sorta di nullismo sintattico.

A testimoniare questo miscuglio di poliscrittura, e per convalidare il nuovo report poetico, c’è chi si avventura attraverso una mediazione totalizzante e figurativa, quale è appunto la pubblicazione di post sulla poesia Kitchen, sostanzialmente difesa da un influencer che cambia opinione da un giorno all’altro, pur di rivelare le voci del suo inferno psichico e quello della sua redazione entrando in linea con le loro turbe linguistiche dettate da focolai irritativi contribuendo alla viandanza poetica.

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Una fila di caravan al centro della piazza
con gente venuta da Trescore e da Milano
ad ascoltare Lucinio.-Questa è Yasmina da Madhia
che nella vita ha tradito e amato,
per questo la lasceremo ai lupi e ai cani,
getteremo le ceneri nel Paranà
dove abbondano i piranha,
risaliremo la collina delle croci
a lenire i giorni penduli come melograni,
perché sia fatta la nostra volontà.-
Un gobbo si chinò davanti al centurione
dicendo:- Questo è l’uomo che ha macchiato
le tavole di Krsna, distrutto il carro di Rukmi,
non ha avuto pietà per Kamadeva,
rubato gioielli e incenso dagli altari di Nuova Delhi.
-Allora lasciatelo alla frusta di Clara e di Francesca,
alla Miseria e alla Misericordia.
Domani le vigne saranno rosse
anche se non è ancora autunno
e spunta il ruscus in mezzo ai rovi.
Un profumo di rauwolfia veniva dal fondo dei sepolcri.
Carlino guardava le donne di Cracovia,
da dietro i vetri Palmira ci salutava
per chissà quale esilio o viaggio.
Nonna Eliodora da giugno era scomparsa.
Stranamente oggi non ho visto Randall.
Mia amata, qui scorrono i giorni
come fossero fiumi e la speranza è così lontana.

Dimmi solo se a Boston ci sarai,
se si accendono le luci a Newbury Street.
Era triste Bobby quando lesse il Day By Day.
Oh il tuo cadeau, Patsy, nel giorno di Natale!

)Mario M Gabriele)

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