Alle sette aprì il bar.
Lotman e la Signorina Ligussì
stavano ai tavolini leggendo Le Monde.
– Potete darci una mano? dicemmo.
– La sorella di Fridman è caduta dalle scale
e non riusciamo a sollevarla.
C’è chi disse di lasciarla
ai volontari di St. Marks’ Hospital.
La domenica evitiamo i gatti neri
ascoltando le profezie di Madame Bovary.
Un fischio di pipistrello si abbatté sul bar
come un colpo di Winchester andato a vuoto.
Tutto quello che posso darvi, disse il winemaker
è un bicchiere di Franciacorta.
Un influencer escluse
le annate del Terzo Reich.
Le Blu Roses amavano l’extra brut
seguendo il carnet in vetrina.
Le conosciamo per la loro esperienza
di maitre e sommelier.
Una bambina con cheeseburger
e la bocca macchiata di Nutella ci chiese un selfie.
Il segreto di questi scatti
è che già fanno parte del passato.
Un killer si fece avanti
sottobraccio alla Vergine di Norimberga.
I versi di Nostra Signora di Walsinghan
tornarono in lockdown a ricordarci Day By Day.
Nulla ci riporta a Disneyland
se non Grazia Tuminelli con i suoi extrafood.
Si sono aperte le frontiere.
Kazin ha lasciato il Golfo di Guinea su una ONG.
C’è in questi momenti di revival
qualche ritorno di film cult.
Spike Charles scelse DUNE invece di TOP TEN
senza pensare a Woody Allen.
Paul, Paul, gridammo dal quinto piano,
chiama Virginia!
C’è un tapiro che sta rovinando la porta.
Deve essere successo qualcosa
se hanno cancellato il Golden Boy.
Porta la cinepresa, Muller!
Qui è come la Fuga da New York di John Carpenter.
Il mondo è pieno di Ghosts. Ti girano intorno,
fai conto di essere un ghostwriter anche tu fuori rotta.
Il Network puntava su savoir-faire
rifacendo le esperienze di vecchie Maison.
– Le nostre donne – diceva William -più che in amore
sanno versarci in tempi di distopia, le migliori bollicine.-
La neve coprì le Dolomiti
bloccando le funivie.
Il Booker Prize mise in luce
nuove famiglie commerciali.
Una pallottola per Willy mosse il regista
per un documentario thriller.
Angela Davis, e Maxine Waters hanno ridato voce
ai Black Power.
Pensavamo come Ginsberg,
ma è rimasto solo l’Urlo in gola!
POESIA CHE BENE SI ADDICE ALLA MIA CULTURA WEB E TRANSMODERNA. NON CAPISCO COME LINGUAGLOSSA, INVECE DI SOSTENERE QUESTO POETA, TROVI LE PRETESE PER DIFENDERE LA SUA REDAZIONE CON ALCUNI NOMI DISISTIMATI DA GABRIELE. LA SUA REAZIONE, EGREGIO SIG. LINGUAGLOSSA DEVE AVERE MOTIVI BEN PIU’ PROFONDI IN LINEA CON IL SUO CARATTERE COMPULSIVO, AMPIAMENTE ANTISOCIALE, CHE LO PORTA AD ESSERE UNA SPECIE DI DOMINATORE ASSOLUTO CHE HA LASCIATO LUNGO LA SUA STRADA CADAVERI DI POETI ESCLUSI DALLA RIVISTA COME: MAFFIA, BORGHI, ALMERIGHI, VACCARO, LIVIA, MARTINO, GIANCASPERO, DONO, E FORSE ANCHE STEVEN GRIECO RATHGEB, CHE DA TEMPO E’ ASSENTE: PIU’ CORRETTAMENTE SI DEVONO CONSIDERARE DEVIANTI QUEI COMPORTAMENTI CHE SUSCITANO REAZIONI DI INTENSA DISAPPROVAZIONE E CENSURA FATTI CON SECONDI FINI.NON SI PREOCCUPI MOLTO CIRCA il “GENERE LETTERARIO” A CUI E’ ABITUATO IL LETTORE, CHE DI FRONTE A QUESTI VERSI; “PUO’ CONVIVERCI O MENO, CONSIDERATO ANCHE L’INGRESSO DEL LINGUAGGIO PROVENIENTE DAL MONDO DEL WEB”, COME SI RILEVA IN UN SUO COMMENTO SULLA POESIA DI GABRIELE APPARSO SU IL MANGIAPAROLE PAG,12 – LUGLIO-SETTEMBRE 21, COSA CHE IL SUO STATUS MENTALE NON PUO’ CONDIVIDERE PERCHE’ APPARTIENE A UN’ALTRA GENERAZIONE , COME UNA VOLTA USAVANO FARE GLI SCHUTZSTAFFEL.